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Ravanusa, dopo la strage si indaga a tutto campo: sequestrata area dell’esplosione

Quest'oggi un Vertice in Procura fra pm e coordinatore consulenti per fare luce sull'esplosione

Pubblicato 3 anni fa

 La parola ora passa all’inchiesta aperta dalla procura di Agrigento per disastro e omicidio colposi. Concluse ieri pomeriggio le operazioni di recupero dei nove corpi dalle macerie di via Trilussa, a Ravanusa, scatta il tassello essenziale con il sequestro dell’area del disastro – la zona del ‘cratere’ e quella limitrofa per complessivi 10 mila metri quadri – che attendeva per divenire operativo proprio il ritrovamento degli ultimi dispersi. Inibita la vasta ‘area rossa’, spazio adesso anche alla squadra di periti nominata dalla procura diretta da Luigi Patronaggio, chiamata a contribuire a definire le cause dell’esplosione e la natura dell’innesco.

Le indagini sono state delegate ai carabinieri che ipotizzano un accumulo sotterraneo di una grande quantita’ di gas metano.

E’ previsto per la mattinata un incontro fra inquirenti e coordinatore dei consulenti per definire i prossimi passaggi dell’inchiesta aperta dalla procura di Agrigento sulla tragedia di Ravanusa. I primi passi sono consistiti nell’audizione di alcuni responsabili di Italgas. Nelle informazioni ora sara’ utilizzata una delega di indagine per le testimonianze, solo mediatiche, dei residenti che hanno segnalato in passato odore di gas e sospetti di perdite. Il coordinatore del team di esperti e’ il docente dell’universita’ di Palermo, Antonio Barcellona. Il capo dei pm Luigi Patronaggio, il suo vice Salvatore Vella e il sostituto Sara Varazi gli hanno assegnato l’incarico gia’ poche ore dopo l’esplosione. Il docente dovra’, assieme agli altri componenti del team, accertare l’origine dell’esplosione e l’eventuale collegamento – che appare in realta’ certo – con una fuga di gas. Barcellona ha gia’ lavorato con la Procura di Agrigento in occasione delle indagini sulla cosiddetta strage della diga di Naro (Ag), dove morirono, il 9 ottobre 2017, due operai precipitati da 30 metri a causa della rottura di un cestello. Il docente ha lavorato alla ricostruzione tecnica del disastro incendiario, il 27 settembre del 2014, nella raffineria di Milazzo .

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