Sfruttavano lavoratori nei campi agrigentini: comanda Veronica (con la madre): 8 fermi e una donna irreperibile (tutti i nomi e vd)
Formalmente giungevano in provincia di Agrigento come turisti grazie ad un visto ma in realtà venivano poi raccolti in dei furgoni e portati nei campi tra Naro e Campobello di Licata dove venivano sfruttati per pochi euro all’ora. E’ questo il contesto dell’operazione Ponos, coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto procuratore Gloria […]
Formalmente giungevano in provincia di Agrigento come turisti grazie ad un visto ma in realtà venivano poi raccolti in dei furgoni e portati nei campi tra Naro e Campobello di Licata dove venivano sfruttati per pochi euro all’ora.
E’ questo il contesto dell’operazione Ponos, coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto procuratore Gloria Andreoli, che ha portato al fermo di 7 persone nei confronti dei componenti di una organizzazione criminale che faceva giungere in provincia lavoratori dell’Est.Ad eseguire il fermo i carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento e del Nucleo Ispettorato del Lavoro.
L’operazione, convenzionalmente denominata “Ponos” e’ partita a maggio scorso ed e’ stata svolta con intercettazioni, pedinamenti e attraverso le riprese di sofisticate telecamere montate all’insaputa degli indagati.
Come testimoniano i filmati dei carabinieri, le vittime venivano stipate, anche in 40, all’interno di furgoni adibiti al trasporto, per poi essere costrette a lavorare nei campi, sotto il costante controllo dei caporali, anche per 10-12 ore senza sosta, sia sotto il caldo torrido, sia con la pioggia battente. I dettagli dell’operazione verranno illustrati alle 10,30 in una conferenza stampa in Procura ad Agrigento.
C’erano due donne, originarie della Repubblica Slovacca, a capo della presunta organizzazione che sfruttava i lavoratori nei campi dell’agrigentino, Veronica Cicokova e la madre Viera, rispettivamente di 37 e 52 anni, residenti a Campobello di Licata. Agivano con Inna Kozak, 27 anni, dell’Ucraina, l’unica ancora non catturata; Giovanni Gurrisi, 40 anni, di Agrigento, Vasile Mihu, 43 anni, rumeno, residente a Campobello di Licata; Niculai Stan, 62 anni, domiciliato a Naro; Rosario Ninfosì, 52 anni, di Palma di Montechiaro; Emilio Lombardino, 46 anni, di Porto Empedocle; Rosario Burgio, 42 anni di San Cataldo, residente a San Leone, Agrigento.
Le due donne, con l’aiuto di due italiani, reclutavano nell’Est Europa i braccianti. L’inchiesta, chiamata “Ponos”, e’ stata coordinata dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dal sostituto Gloria Andreoli. L’obiettivo e’ stato il contrasto al fenomeno del “caporalato” nel settore agricolo ed ha interessato i Comuni di Agrigento, Campobello di Licata, Favara, Palma di Montechiaro, Canicatti’, Riesi, Butera e Mazzarino nel Nisseno. Oltre 100 – secondo quanto e’ emerso dall’inchiesta e secondo quanto e’ stato ricostruito dalla Procura di Agrigento – i lavoratori sfruttati, costretti a lavorare in condizioni disagiate, sottopagati, senza il rispetto della normativa sulla sicurezza e sotto il costante controllo e la minaccia di sorveglianti.
Le ipotesi di reato contestate sono associazione per delinquere, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Sette i fermi eseguiti nella notte, ma c’e’ una ottava persona ancora ricercata. Gli indagati sono numerosi e le indagini sono ancora in corso nei confronti di diverse decine di persone.