Agrigento

Autonomia differenziata, Uil: “un processo che deve essere bloccato. La Sicilia non sia merce di scambio”

La Uil di Agrigento interviene con Gero Acquisto, Segretario della camera sindacale territoriale, sul tema dell’autonomia differenziata, che rischia di far saltare il banco dell’unità nazionale alla luce del fatto che, oltre il lombardo-veneto e l’emilia, altre 5 regioni a statuto ordinario chiedono autonomia e una spinta al federalismo finanziario che potrebbe provocare un’autentica crisi […]

Pubblicato 5 anni fa

La Uil di Agrigento interviene con Gero Acquisto, Segretario della camera sindacale territoriale, sul tema dell’autonomia differenziata, che rischia di far saltare il banco dell’unità nazionale alla luce del fatto che, oltre il lombardo-veneto e l’emilia, altre 5 regioni a statuto ordinario chiedono autonomia e una spinta al federalismo finanziario che potrebbe provocare un’autentica crisi all’intero Paese.

“Restiamo attoniti che, in fretta e furia, ormai giornalmente le regioni del centro-nord chiedono autonomia finanziaria e legislativa su materie delicate quali: scuola, sanità e welfare che andrebbero a scardinare i principi costituzionali attraverso l’art. 116 della Costituzione, creando di fatto un’Italia economicamente, socialmente e amministrativamente a più velocità, con regioni di serie A e regioni di serie Z. E’ assurdo che la Sicilia da 10 anni rivendichi risorse finanziarie ai sensi della legge 44/09, per colmare il gap infrastrutturale, economico e di servizi  e invece la forbice e la sperequazione si sono  fatte voragini che ancora  una volta sono rimaste nel libro dei sogni.A questo punto, vorremmo capire il Governo regionale, per garantire la nostra autonomia statutaria, quali battaglie sta facendo in conferenza-regione. Anche perché se si dovesse arrivare al referendum, il parlamento nazionale dovrebbe solo ratificare la volontà popolare, ergo per i siciliani sarebbe l’inizio della fine, anche perché la spinta alla crescita nella nostra regione latita e di tutto ciò ne è consapevole lo Stato Centrale e l’Unione Europea, per questo il decreto Stefani e le spinte all’autonomia differenziata vanno discusse e approfondite nelle sedi deputate prima di arrivare a una secessione economica e politica che sarebbe nei fatti.”

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