Agrigento

Rifiuti e vetri al Villino comunale di Casteltermini: i bimbi rischiano di farsi male

Casteltermini, il mio paese, è sicuramente uno dei piccoli centri più belli della Sicilia intera. Installato tra monti Sicani, con quel barocco, che lo rende diagonalmente vicino ai capolavori della Val di Noto (fu lo stesso Sgarbi a elogiare pubblicamente la maestà della chiesa di San Giuseppe), con quei vicoli a nord, nell’antico quartiere di […]

Pubblicato 5 anni fa

Casteltermini, il mio paese, è sicuramente uno dei piccoli centri più belli della Sicilia intera. Installato tra monti Sicani, con quel barocco, che lo rende diagonalmente vicino ai capolavori della Val di Noto (fu lo stesso Sgarbi a elogiare pubblicamente la maestà della chiesa di San Giuseppe), con quei vicoli a nord, nell’antico quartiere di Chiuddia, dove pare abbiano abitato gli arabi, in un tempo ormai senza tracce di ricordo, né verbale, né documentale. Questo ed altro potrei dire del mio paese: che ha dato i natali a personaggi illustri, su tutti il padre della pedagogia, Giovanni Agostino De Cosmi, ed ancora l’astronomo Niccolò Cacciatore e più recentemente il regista Michele Guardì. Roccaforte commerciale ed industriale fino a qualche decennio fa, in molti definivano Casteltermini come una piccola Palermo. Lo ricordo nell’eleganza delle signore, all’uscita della messa domenicale delle 17 e 30, nella vanità di certe auto di lusso, ed ancora nella pompa magna di alcuni circoli e di altrettante pregevoli iniziative culturali, che avevano disegnato una piccola borghesia, in un paesino che di borghese aveva poco, ma tanto aveva in termini di ricchezza messa su nelle miniere di zolfo, nel pastificio, nella Montecatini ed ancora in quei capisaldi del tessile e della pasticceria, che erano noti in mezza Sicilia. Perché prendo il largo per introdurre la notizia e di questo mi auguro possano perdonarmi i lettori? Perché vado fiera del luogo dove risiedono le mie origini ed è doloroso, come cronista, ma ancor prima come cittadina, vedere il mio paese essere diventato meno che l’ombra di se stesso. Ho un ricordo bellissimo della mia infanzia: le mattinate al villino comunale, in via Matteotti, proprio di fronte a quel palazzo scolastico che, manco a dirlo, è intitolato proprio a De Cosmi. Stamani, insieme a una mia cara amica, ormai anche lei trapiantata fuori da Casteltermini, decidiamo, di portare i nostri bimbi al glorioso villino comunale. Siamo qua per qualche giorno di relax, lontano dal caos cittadino e mi fa piacere, ora che mio figlio inizia ad avere buona contezza (e memoria) di luoghi, cose e persone, di mostrargli il paesino dove sono cresciuta, dove torno di rado, ma ogni volta con piacere, nostalgia, affetto.Entriamo al villino comunale e troviamo sì i giochini, sono nuovi di zecca, per carità, ma installati in mezzo a un tappeto di brecciolino, occorrenza non proprio ideale, considerato che a usufruire di altalene e girelli, sono bimbi anche piccini, come il mio che ha appena compiuto 3 anni. Non è questo il problema maggiore. Tutto intorno ai giochi è un triste trionfo di spazzatura di ogni tipo: lattine, bottiglie, cartacce, cannucce, pacchetti di sigarette. Non un’occorrenza rara, quanto una realtà che salta agli occhi anche dei nostri piccini. “Guadda quanta spassatura”, mi dice mio figlio, con il ditino giudicante a indicare le cartacce e le lattine, contro i quali inciampa, un passo sì e un passo no. Con la mia amica proviamo ad allontanarci di qualche metro e portiamo i pargoli a giocare sullo scivolo. Macché: manca la scaletta e una volta lì la sorpresa: incastrato a misura sotto il gioco c’è un grande cesto della spazzatura, trabordante ogni tipo di rifiuto. Diamo uno sguardo intorno e in quelle che un tempo erano delle bellissime aiuole, ecco altre cartacce, stracci ed ancora bottiglie, lattine, pezzi di vetro. Ci arrendiamo, dalla nostra non ci sono più neppure le fronde degli eucalipti secolari, che regalavano ombra e frescura, anche nelle caldissime giornate estive. Andiamo via con l’amaro in bocca. Commentiamo che erano belli i tempi della nostra infanzia, quando pareva scontato andare al villino, per mano di nonni e genitori e trovare tutto quanto era necessario a un intrattenimento per bimbi, bello e sicuro. Riflettiamo che il nostro paesello ha anche tante altre criticità: il randagismo, che non consente di fare passeggiate laddove sarebbe bellissimo farlo insieme ai più piccoli. I marciapiedi che spesso non dispongono degli scivoli per disabili (e per i passeggini dei piccoli) o che sono direttamente assenti, in luoghi in cui sarebbe necessario installarli, il nodo non del tutto sciolto della gestione della raccolta differenziata.

Cercare oggi delle responsabilità è arduo tanto quanto vedere una luce in fondo al tunnel dei tanti aspetti critici. Casteltermini vive una condizione singolare: oggi vi è un gap amministrativo. Il sindaco Gioacchino Nicastro, è stato dichiarato ineleggibile, con sentenza della Corte di Appello dello scorso 1 luglio. Gli si avvicenda il primo dei non eletti, l’avvocato Filippo Pellitteri, in quota 5 Stelle, che aveva presentato ricorso all’indomani delle elezioni, nel giugno del 2017. Tuttavia, Pellitteri si ritrova con le mani legate. Da un lato è stato dichiarato legittimo sindaco del paese, oltreché, ovviamente, rappresentante legale del comune. Dall’altro è limitato alle attività ordinarie, che competono al primo cittadino, non potendo svolgerne, di fatto, molte altre e tutte quelle che richiedono il fiat di Giunta e di Consiglio comunale. Mancando anche il segretario comunale, Pellitteri non può fare giuramento. Raggiungiamo telefonicamente il neo sindaco, che ci anticipa i problemi relativa all’insediamento ufficiale.”Ci auguriamo che qualcuno si degni, tra gli enti competenti già interpellati, di darci una risposta tempestiva. Questa crisi amministrativa non giova sicuramente a un paese, che patisce da tempo più di una crisi. Abbiamo presentato istanza tanto all’assessorato regionale Enti locali, quanto alla Prefettura, cosicché possano coadiuvare l’iter, che non riusciamo ad espletare per le vie brevi, a causa della crisi politica con il precedente sindaco e i consiglieri a suo sostegno. Mancando anche il segretario comunale (l’ultimo a ricoprire questo ruolo è andato via a maggio, atteso che trattavasi di un supplente) è impossibile anche formalizzare l’insediamento con il necessario giuramento. Capirà che la situazione è impegnativa, ma siamo fiduciosi che presto il paese avrà la sua amministrazione. La questione del villino comunale, che potrebbe apparire secondaria in questo momento, ci sta a cuore da sempre. È stato il M5S a finanziare la rivalorizzazione della ‘villa’ nel tentativo di riportarla agli antichi splendori, installando i giochi, che mancavano da tempo. Per quanto concerne la pulizia della stessa, credo, ma mi consenta un minimo dubbio, che provvederò a verificare quanto prima, che spetti a dei privati, a cui è stato concesso il suolo pubblico a uso commerciale e stagionale (nel villino è presente da anni un chiosco/bar). Farò le verifiche del caso e convocherò anche tutti i concessionari di suolo pubblico, così da verificare onori ed oneri degli stessi. Intanto posso dirvi che farò ripulire il villino dagli operai del comune. In merito al fantomatico cestino installato al centro dello scivolo, l’ho notato anche io, così come ho notato che traborda di rifiuti da giorni. Provvederemo a rimuoverlo e vi anticipo che a breve lo scivolo sarà completo di scaletta e quindi fruibile. Per gli eucalipti non ho soluzioni, non a breve termine. Le fronde sono state ‘decapitate’ in maniera irrimediabile. Peccato, perché oltre all’ombra e al refrigerio, avevano il merito di essere memoria storica e bene ecologico. Risolvere la questione non è facile, però desideriamo istituire un’anagrafe dei beni naturali così come nominare un giardiniere, figura non presente nell’organico del comune, ma necessaria per tutelare il patrimonio naturalistico, di cui il villino comunale, un tempo, rappresentava un pregio.”Ringraziamo il sindaco Pellitteri, a cui auguriamo buon lavoro e ci auguriamo che davvero le criticità di questo bel paesino, sui colli agrigentini, possano essere superate. Il villino comunale è solo una di queste. Basta fare un giro per le strade, del centro e della periferia, per notare tanti “vuoti” da colmare: il randagismo, i marciapiedi che in larga parte non dispongono di scivoli per disabili, ancora i marciapiedi che mancano laddove sarebbero utili. Fare una passeggiata può anche diventare un’impresa, anche in quartieri del paese in cui si gode di bellissimi paesaggi e di aria buona. C’è anche il nodo rifiuti e raccolta differenziata, che non è mai stato del tutto risolto. Sono diverse le discariche abusive e a cielo aperto, a due passi dal centro. Il villino comunale non sarà sicuramente il punto più urgente da risolvere, ma ci è premuto parlarne perché dai bambini parte ogni cosa. È necessario per loro l’esempio: di rispetto verso sé, gli altri, la natura ed il bene comune. Ci auguriamo che la prossima gita al paesello vada meglio di questa.

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