Cronaca

Tangenti Anas: indagata ex assessore Sicilia, 8 arresti; coinvolto anche ex procuratore di Sciacca

Si allarga l’inchiesta della procura fiorentina che nel settembre 2015 aveva visto azzerare gli allora vertici dell’Anas Toscana. Ai domiciliari erano finiti il capo di compartimento Antonio Mazzeo, il capo servizio amministrativo Roberto Troccoli e un funzionario, Nicola Cenci, oltre all’imprenditore Francesco Mele. Oggi sono state eseguite 8 misure cautelari, ai domiciliari, nei confronti di […]

Pubblicato 7 anni fa

Si allarga l’inchiesta della procura fiorentina che nel settembre 2015 aveva visto azzerare gli allora vertici dell’Anas Toscana. Ai domiciliari erano finiti il capo di compartimento Antonio Mazzeo, il capo servizio amministrativo Roberto Troccoli e un funzionario, Nicola Cenci, oltre all’imprenditore Francesco Mele.

Oggi sono state eseguite 8 misure cautelari, ai domiciliari, nei confronti di altrettanti imprenditori. Numerose le perquisizioni mentre altre persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Tra questi c’è Ester Bonafede, ex assessore regionale della Sicilia. L’indagine vedrebbe coinvolto anche suo marito, l’ex magistrato Carmelo Carrara, per anni in procura a Palermo, poi procuratore della Repubblica a Sciacca, deputato e sindaco di Terrasini con l’Udc, ora avvocato, e la funzionaria regionale dell’assessorato al turismo Anna Maria Spanò.
Per loro l’accusa sarebbe di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e alla corruzione. Bonafede e Carrara, con Marcantonio Pinto Vraca, 47 anni di Castell’Umberto (Messina) e G. R., 49 anni, residente a Milazzo (Messina), due degli imprenditori da oggi ai domiciliari, secondo i magistrati, avrebbero costituito “un unitario centro di interessi imprenditoriali” che avrebbe, dopo il 2015, proseguito la propria attività anche in Sicilia, affidando all’ex assessore e al marito “lavori di ristrutturazione di immobili riconducibili a loro società beneficiarie di erogazioni pubbliche a fondo perduto dalla Regione Siciliana”.

Per l’accusa Mazzeo e Troccoli avrebbero predisposto un sistema che prendeva una percentuale del 3% sui lavori assegnati, percentuale che poteva salire, come pure cene nei migliori ristoranti di Firenze e non solo, vacanze pagate in hotel di lusso e promesse di avanzamenti di carriera grazie anche a presunte entrature nel mondo della politica e dei vertici di Anas.

Ai domiciliari, con l’accusa di corruzione, sono finiti anche per Antonio Bitetto, 63 anni, di Bari; Gaetano Peluso, 55 anni, della provincia di Caserta; Domenico Guigli, 68 anni, di Montefiorino (Modena); Alessandro Pini, 55 anni di Firenze; Moreno Farsi, 62 anni, fiorentino e Paolo Bertini, 53 anni, del Modenese.

Nel corso degli interrogatori davanti al pm Giuseppina Mione, Troccoli avrebbe riferito che Mazzeo venne nominato nel 2015 collaudatore per il viadotto Scorciavacche (crollato sull’Agrigento Palermo l’anno precedente) grazie ai suoi buoni uffici con il mondo della politica e con i vertici Anas. E sempre Troccoli avrebbe parlato al magistrato del fatto che Pinto Vraca vantava, “forse millantava”, amicizie con politici (“Nencini e di area renziana”, ma anche con “Alberto Brandani, prima della Dc poi dell’Udc”) e con i vertici di Anas spiegando di poterli utilizzare per far fare carriera a Mazzeo e a lui.

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