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Favara, niente “White list” per ditta Chianetta ferro srl; Irsap avvia procedura revoca autorizzazioni

Si arricchisce di un nuovo capitolo l’intricata vicenda della ditta Chianetta ferro srl società a conduzione familiare, che impiega quindici dipendenti nell’attività di produzione di carpenteria metallica nello stabilimento industriale realizzato grazie ad un contributo in conto impianti erogato dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Dopo un lungo tira e molla con la prefettura legato alla iscrizione nella cd. “White list” ed ottenuta dopo due provvedimenti di Tar e Cga, qualche giorno fa l’Ufficio territoriale del governo, dopo ulteriore istruttoria, ha cancellato la ditta favarese dalla white list facendo scattare, inevitabilmente e per legge, le conseguenze di tale decisione.

Infatti, l’Irsap, Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive (ex Asi), guidato dal commissario straordinario on. Mariagrazia Brandara ha avviato la procedura di revoca delle concessioni amministrative avviando altresì l’apertura del procedimento.

Di fatto la società Chianetta ferro srl è stata estromessa dall’attività produttiva.

La vicenda, lo dicevamo prima, è particolarmente complessa.

Infatti, come si ricorderà due anni fa, l’imprenditore favarese Giovanni Chianetta, legale rappresentante della società Chianetta ferro srl, si era incatenato in Prefettura ad Agrigento per protestare contro i ritardi riscontrati nell’esitare la sua domanda di iscrizione nella cd. “White list”, ovverossia l’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti al tentativo di infiltrazione mafiosa; C’era stato un primo immediato provvedimento di rigetto, motivato sulla base del fatto che la moglie dell’imprenditore, Laura Pecoraro direttore tecnico della società richiedente, era altresì socia di altra società la Silgeo srl destinataria di informativa antimafia interdittiva.

La società favarese propose un ricorso giurisdizionale contro la Prefettura di Agrigento ed il Ministero dell’Interno, per l’annullamento del diniego di iscrizione alla cd. “White list” ottenendo soddisfazione.

Adesso il nuovo capitolo e l’inevitabile ricorso alla giustizia amministrativa.