Cronaca

Il mistero delle salme scomparse e ricomparse: un arresto

La Polizia di Stato e la Polizia municipale di Palermo hanno dato esecuzione ad una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari – disposta dal Gip presso il Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, su richiesta dei Pm Maria Rosaria Perricone e Claudia Ferrari,  coordinati dal Procuratore aggiunto Sergio Demontis – nei confronti di […]

Pubblicato 4 anni fa

La
Polizia di Stato e la Polizia municipale di Palermo hanno dato esecuzione ad
una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari
– disposta dal Gip presso il Tribunale di Palermo, Piergiorgio Morosini, su
richiesta dei Pm Maria Rosaria Perricone e Claudia Ferrari,  coordinati dal Procuratore aggiunto Sergio
Demontis – nei confronti di Paolo Rovetto, 25 enne palermitano
– gestore dell’agenzia funebre “L’ultima cena”, ritenuto responsabile di due
distinti episodi di occultamento del cadavere di altrettante anziane signore,
decedute per cause naturali, nonché di altri reati connessi, quali
falsificazione di certificati di morte e altro, commessi a Palermo tra il
21.3.2018 e il 30.4.2018.

Le
indagini, svolte dal Commissariato di “Brancaccio” e dal Nucleo investigativo della
Polizia municipale di Palermo, hanno consentito in primo luogo di evidenziare
le condotte illecite del Rovetto a seguito del decesso di un’anziana donna
svizzera, che da anni viveva a Palermo, avvenuto il 21.3.2018. Il cadavere
della donna destinato per volontà dei familiari alla cremazione, è stato
occultato per alcuni mesi dall’indagato, in attesa di produrre la falsa
documentazione burocratica attestante la morte. Quando le richieste dei
familiari, volte ad effettuare la cremazione ed ottenere i certificati di
morte, si sono fatte pressanti ed è stata paventata dagli stessi congiunti  la possibilità di sporgere denuncia alla
Polizia, il cadavere sarebbe stato fatto “ricomparire” nei vialetti del Cimitero
di Santa Maria dei Rotoli nei primi giorni di Settembre del 2018.

A
seguito di tale, macabro, evento è stata avviata, da parte del Commissariato
Brancaccio, una specifica attività d’indagine, coordinata dalla Procura della
Repubblica, che ha consentito di raccogliere una serie circostanziata di
elementi che hanno accertato il modus operandi dall’indagato, il quale aveva
provveduto a creare falsi certificati attestanti il decesso della donna per
consentire ai parenti, all’oscuro degli illeciti compiuti dal Rovetto, di
avviare le previste procedure amministrative e burocatiche in Svizzera, previa
certificazione del decesso della donna.

Le
indagini hanno consentito: a) di recuperare le immagini registrate dalle
telecamere di sorveglianza installate presso il cimitero, nell’atto in cui Rovetto
a bordo del furgone reclamizzante la ditta “L’ultima cena”, si introduceva
all’interno del Cimitero dei Rotoli e abbandonava il feretro; b) di recuperare
una serie di dati indiziari presenti sul cellulare di Rovetto, sequestrato nel
corso delle indagini; c) di raccogliere una serie di informazioni testimoniali
da parte di persone informate sui fatti (come il medico legale dell’Asp
indicato nel falso certificato di morte, i necrofori comunali in servizio preso
il Cimitero dei Rotoli e un funzionario dei servizi cimiteriali del Comune di
Palermo).

Nel
corso delle attività investigative si è profilato un collegamento con altra
indagine nel frattempo svolta da personale della Polizia Municipale di Palermo,
concernente l’occultamento del cadavere di un’altra anziana donna, deceduta
nell’aprile del 2018.

La
condotta del Rovetto, anche in questo caso, oltre che alla violenza si è
improntata alla crudeltà ed al cinismo: con la forza e la prepotenza avrebbe
prelevato direttamente dalla camera mortuaria di un nosocomio cittadino la
salma di una paziente poco prima deceduta e, dopo tre giorni  nel corso dei quali  aveva occultato il cadavere in un luogo
sconosciuto, l’avrebbe trasportata fin dentro il cimitero dei Rotoli senza
essere in possesso delle prescritte autorizzazioni alla sepoltura e producendo
false autorizzazioni al trasporto della salma ed al seppellimento.

In
quest’ultima fase sarebbero state compiute violenze e minacce nei confronti di
un funzionario dei servizi cimiteriali del Comune di Palermo.

Così
come disposto dall’Autorità Giudiziaria, l’arrestato, al termine delle
formalità di rito, è stato condotto presso la propria abitazione e sottoposto
alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

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