Cultura

Una mostra fotografica tra il degrado di via Vallicaldi: “Accendiamo i riflettori sull’abbandono”

Da oggi, alcune delle sue strade ospiteranno mostre di fotogiornalismo, che raccontano di vite vere, meno patinate di quelle che vincono i titoli, incollate alla meglio e non protette dal vetro

Pubblicato 5 ore fa

Da quando abbiamo inaugurato l’inizio del progetto “Coltivare legami: giardino e compostaggio di comunità”, abbiamo cercato di essere sempre più presenti nel quartiere e di raccontare a una cittadinanza che sembra aver accettato miope e inerme il degrado in cui Vallicaldi versa.

Il tentativo – accendere i riflettori sull’abbandono e creare un presidio per rendere lo spazio più vivibile – sta vedendo la luce grazie alla testardaggine tipica di quando si è giovani. Col progetto Coltivare Legami, finanziato dal Sicily Enviroment Fund, abbiamo trasformato le macerie di un palazzo crollato su se stesso in un piccolo giardino urbano. 

Di fronte al peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie e al muro di gomma opposto dall’amministrazione a richieste chiare e facili da attuare, abbiamo pensato di dover denunciare pubblicamente le condizioni indegne in cui sono costretti a vivere i residenti e di curare la cecità di una città intera arredando Vallicaldi. Da oggi, alcune delle sue strade ospiteranno mostre di fotogiornalismo, che raccontano di vite vere, meno patinate di quelle che vincono i titoli, incollate alla meglio e non protette dal vetro. 

Per i prossimi 30 giorni le foto in mostra saranno quelle di Lillo Rizzo, agrigentino, che ha documentato gli sgomberi del campo migranti de la Chapelle a Parigi ad opera della polizia francese, insieme ad alcuni passi dell’articolo di Onofrio Dispensa “Io, fotografo del ponte de la Chapelle, vi racconto l’umanità in fuga”. Le immagini esposte saranno sostituite da altre, parte del medesimo progetto, tra una quindicina di giorni. I pannelli rimarranno affissi e gli scatti in mostra, liquefacendosi sotto la pioggia e spacciandosi al sole, lasceranno posto ad altre storie di vita. 

L’inaugurazione è proseguita con un confronto tra Onofrio Dispenza, giornalista, e Fausto Melluso, responsabile migrazioni dell’Arci Sicilia, sulle politiche di accoglienza ed integrazione europee e l’ampliamento delle disuguaglianze nelle nostre comunità. Crediamo che, oltre ad una visione strettamente connessa alla supposta vocazione turistica di Agrigento, l’agenda politica debba avere in cima la prmozione del benessere e la dignità dei cittadini.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

banner omnia congress