Agrigento

L’assassinio di Luigi Fulci: una pagina oscura della nostra storia

Il libro racconta le persecuzioni più o meno “cordiali” cui il fascismo sottopose Fulci fino alla sua morte

Pubblicato 2 anni fa

Ha riaperto le sue stanze  il Circolo Empedocleo di Agrigento e lo ha fatto accogliendo l’invito dell’Associazione “L’Italia si desti” di Sabrina Turano per la presentazione di un libro, ”L’assassinio di Luigi Fulci” che racconta una delle pagine più oscure dell’Italietta fascista.

Lo ha scritto Marcello Saija già ordinario di storia delle istituzioni all’università di Palermo e come sottotitolo ricorda il tragico percorso degli intrighi savoiardi e dinastici della Marcia su Roma al “chinino letale di Stato”.

E’ la storia del deputato demosociale Luigi Fulci, già ministro nel governo Facta che ebbe la tragica ventura di vedersi consegnare dalla baronessa Maria Antonia Danieli una lettera che con un sottilissimo gioco politico, gli Aosta inducevano il re Vittorio Emanuele III a non firmare il 28 ottobre del 1922, lo stato d’assedio e a dare via libera alla Marcia su Roma e alla fascistizzazione dell’Italia. Era tra i pochi – dice Saija – a sapere perché il re si era rifiutato di firmare lo stato d’assedio per fermare il fascismo.

Quindi un episodio  poco raccontato fino ad oggi  e che si pone al livello del delitto Matteotti?

“Diciamo che il delitto di Luigi Fulci presenta tutto il clima di illegalità e quella presenza di aspetti che caratterizzavanoil fascismo e che ancora non si conoscono con chiarezza e interamente. Ci sono, come ha detto lei. fatti eclatanti come il delitto Matteotti, le bastonature ad Amendola ma il crimine perpetrato dal fascismo e il danno fatto alla società italiana è ancora tutto da raccontare. Un danno che si ripercuote nei decenni successivi e che per vent’anni ha sospeso la pratica della democrazia”.

 Il libro racconta  le persecuzioni più o meno “cordiali” cui il fascismo sottopose Luigi Fulci fino alla sua morte rimasta avvolta nel mistero.

Molti decenni dopo l’ambasciatore Fulci e gli altri discendenti fecero riesumare la salma di Luigi Fulci. L’autopsia riuscì a provare che il deputato demosociale era stato assassinato con una eccessiva dose di chinino  e nella prefazione al libro è appunto l’ambasciatore Francesco Paolo Fulci a scrivere che “Luigi Fulci fu assassinato dal regime di Mussolini perché era un antifascista risoluto, coriaceo, irriducibile, La sua fede nella libertà e nella democrazia non vacillò mai e l’esprimeva sempre ovunque a voce alta senza tema di conseguenze”.  

A presentare il volume lo storico del cinema Beniamino Biondi, Adalgisa Morreale della Società di Storia Patria  e con  gli interventi di Carola De Paoli, Gero Di Francesco, Antonio Sapia e le letture dell’attrice Lina Gueli. Moderatrice Sabrina Turano dell’Associazione “Italia si desti”.

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