Favara

Diffuso video del suicidio al distributore di benzina, la figlia della donna: “Fermatevi, è una tortura”

Su denuncia della famiglia la Polizia postale ha aperto un'inchiesta

Pubblicato 1 mese fa

Da giorni circolerebbe sui cellulari il video della drammatica morte della donna di Favara.

“Quei momenti, ripresi dalle telecamere e condivisi senza pietà, senza rispetto, senza umanità. Per noi figli, per la nostra famiglia, rivedere quelle immagini è una tortura, un dolore che si moltiplica ogni volta che qualcuno clicca su “condividi” o lascia un commento”; scrive Jennifer figlia di Valeria, suicida nel giorno della festa della mamma.

Un dolore che ci ha distrutti, che ci ha lasciati senza fiato, senza pace, senza appigli. Come se non bastasse affrontare una perdita così straziante, in queste ore stanno circolando sui social i video, sappiate che non la passerete liscia”, continua nel post. “Diffondere un video del genere è un reato. Ma ancora prima di essere un crimine, è una forma di violenza psicologica, crudele e inaccettabile. State infangando la memoria di una madre, e infliggendo sofferenza gratuita a chi già sta vivendo l’inferno. Vi chiediamo, con tutto il cuore: fermatevi. Rispettate il dolore. Rispettate la dignità. E soprattutto, ricordate che dietro ogni tragedia ci sono persone vere. Famiglie vere. Cuori spezzati. Sono questi i messaggi da condividere non video che possono ferire”, conclude la ragazza.

A raccogliere la denuncia di Jennifer è anche il primo cittadino di Favara, Antonio Palumbo che dichiara: “Non credo sia necessario ribadire come la condivisione e anche solo la visione di un contenuto tanto terribile sia impensabile per una persona dotata di rispetto per la vita ma anche solo di un briciolo di intelligenza. Non pensate a come questo rinnovi il dolore di una intera famiglia? Mi tocca, inoltre, ricordare che l’invio e la distribuzione di questo video è un reato e che, su denuncia della famiglia, la Polizia postale ha aperto un’inchiesta. Poniamo fine a questo scempio, abbiate rispetto per i morti e per i vivi che li piangono”.

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