Favara

Inchiesta Up&Down: spunta il nome del collaboratore di giustizia Quaranta

Si torna in aula nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo denominata “Up&Down” che avrebbe fatto luce su un traffico di droga che dal Belgio, passando per Palermo, riforniva direttamente le piazze di spaccio agrigentine con epicentro nel paese di Favara. Questa mattina ha deposto, continuando la testimonianza lasciata in sospeso […]

Pubblicato 4 anni fa

Si torna in aula nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo denominata “Up&Down” che avrebbe fatto luce su un traffico di droga che dal Belgio, passando per Palermo, riforniva direttamente le piazze di spaccio agrigentine con epicentro nel paese di Favara.

Questa mattina ha deposto, continuando la testimonianza lasciata in sospeso la scorsa udienza, il maresciallo dei carabinieri Nicola Moretto, tra i più esperti investigatori dell’Arma, nonché uno dei principali “attori” durante le indagini. Udienza che ha avuto come oggetto principalmente le intercettazioni disposte nell’inchiesta e i viaggi effettuati da alcuni sodali per l’acquisto di stupefacenti. Due gli elementi di maggiore interesse emersi durante la testimonianza: la comparsa in scena dell’attuale collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta, arrestato nell’ambito del blitz “Montagna” quale referente della famiglia mafiosa di Santa Elisabetta, il cui nome si “manifesta” agli inquirenti durante due viaggi in Calabria in compagnia di Fallea e Blando; il secondo dato emerso è l’utilizzo di camion di ditte di trasporti – che solitamente facevano la spola tra il Belgio e Favara – per veicolare lo stupefacente. In una di queste occasioni – nel 2014 – i carabinieri sono a “caccia” di riscontri per l’indagine e, fermando uno dei camion in questione di rientro ad Agrigento, scoprono nascosti dentro una scatola per elettrodomestici 1kg di cocaina, 1kg di sostanza da taglio e 24 panetti di hashish dal peso complessivo di 4,4kg. 

Cinque le persone che siedono sul banco degli imputati. Si tratta di Carmelo Fallea, 44 anni di Favara; Gaspare Indelicato, 37 anni di Favara; Calogero Presti, 46 anni di Favara; Rania El Moussaid, 34 anni originaria del Marocco ma residente da anni ad Agrigento e Carmelo Vaccaro, 42 anni, di Favara. Gioacchino Alba, altro imputato, viene processato separatamente. Il processo si celebra davanti la prima sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Alfonso Malato con a latere i giudici Giuseppa Zampino e Alfonso Pinto. L’accusa è sostenuta in aula dal pm della Dda Bettiol.

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