Giudiziaria

Appalti ad amici e parenti a Lampedusa? L’ex sindaco Martello torna in aula

Al centro della maxi inchiesta c’è (soprattutto) l’appalto per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria di Lampedusa

Pubblicato 4 ore fa

Battute finali dell’udienza preliminare a carico di 21 persone – tra politici, dirigenti comunali e imprenditori – coinvolte in un’inchiesta che ipotizza a Lampedusa l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di più delitti contro la Pubblica amministrazione attraverso costrizioni, plurimi affidamenti illegittimi e appropriazioni di somme di denaro pubblico. Il procedimento è in corso davanti il giudice Iacopo Mazzullo, chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura di Agrigento.

Ieri mattina è comparso nuovamente in aula l’ex sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, che ha reso dichiarazioni spontanee respingendo le accuse mosse nei suoi confronti. L’ex primo cittadino è ritenuto al vertice della presunta associazione a delinquere insieme all’ex vicesindaco e assessore Salvatore Prestipino nonché i dirigenti comunali Giuseppe Di Malta e Manlio Maraventano, rispettivamente a capo dell’Ufficio tecnico e del settore lavori pubblici e manutenzione. A tutti viene contestato il ruolo di promotori. Dopo le dichiarazioni spontanee di Martello ha preso la parola il suo difensore, l’avvocato Grillo, il quale ha chiesto il non luogo a procedere. Si torna in aula il 2 ottobre per le altre arringhe difensive.

Al centro della maxi inchiesta, cristallizzata nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2021, c’è (soprattutto) l’appalto per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete fognaria di Lampedusa. Per la Procura di Agrigento (è questa l’accusa mossa) gli ex amministratori locali di Lampedusa “attraverso condotte di costrizione, plurimi affidamenti illegittimi e appropriazione di somme di denaro pubbliche” avrebbero imposto all’impresa aggiudicataria di accettare le modalità di lavoro indicate subappaltando le opere a ditte di amici e parenti.

Secondo la procura tra le imprese beneficiarie dei lavori in subappalto, riguardanti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria delle stazioni di sollevamento, vi sono quelle gestite dai familiari dell’ex sindaco Martello: il fratello, due nipoti, la cognata e la moglie di un nipote. Tra le accuse mosse agli ex amministratori locali, in qualità di pubblici ufficiali, anche quella di peculato. Per gli inquirenti, infatti, si sarebbero appropriati dei fondi destinati all’impresa che aveva regolarmente ottenuto l’appalto “procedendo al pagamento dei lavori indebitamente subappaltati alle imprese locali”. 

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