Giudiziaria

“Appalti di 300 mila euro in cambio di mazzetta di 7.500 euro”, le accuse a Gaetano Di Giovanni 

Al comandante dei vigili contestato l'affidamento di appalti ad Agrigento e Santa Elisabetta in cambio di una mazzetta di 7.500 euro

Pubblicato 3 settimane fa



C’era chi, come la dipendente del comune di Balestrate Maria Rita Milazzo, ora indagata per corruzione e turbativa d’asta, dava indicazioni alla coop Nido D’Argento su come impostare l’offerta progettuale, per aggiudicarsi la gestione dei centri estivi e in cambio otteneva l’assunzione della figlia e del nipote nella stessa coop. E chi, come Michela Sclafani, funzionaria all’ufficio direzione politiche sociali della Città Metropolitana di Palermo, velocizzava la liquidazione dei pagamenti che spettavano alla coop per i servizi socio assistenziali svolti (tra cui quello del trasporto scolastico degli studenti con disabilità), e, riceveva, per il suo aiuto, insieme al marito Giovanni Dalia, collane con smeraldi da 1.800 euro, profumi di marca, olio d’oliva, dolci e panettoni e l’assunzione di amici nella cooperativa. Gli episodi sono emersi nell’inchiesta della Dda di Palermo sulla cooperativa di Partinico Nido D’Argento che ha portato a 12 misure cautelari. Un indagato è ancora ricercato.

C’era poi chi, come Antonio Geraci, presidente della commissione aggiudicatrice di una gara bandita del Comune di Gela faceva sì che a vincere fosse la Nido d’Argento, incassando come contropartita 2mila euro tramite l’ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo. La lista dei favori ricevuti dalla coop in cambio di soldi e regali è lunga. Per gli inquirenti ad esempio anche il dirigente del distretto socio sanitario di Agrigento, Gaetano Di Giovanni, ora capo dei vigili, avrebbe favorito l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare socio-assistenziale per anziani non autosufficienti (per un totale di 204.051 euro) alla società Medea controllata da Gaglio e dei servizi socio-assistenziali nei comuni di Santa Elisabetta e di Agrigento (per un importo complessivo di 89.355) alla Nido D’Argento, in cambio di 7mila 500 euro in tre tranche.

L’indagine ha svelato anche che la funzionaria comunale di Marsala, Maria Pia Falco, avrebbe preso soldi per far aggiudicare alla Nido D’Argento la gestione dei servizi socio assistenziali e che il responsabile del Settore Politiche Sociali e Culturali del Comune di S. Cataldo, Aldo Raimondi avrebbe favorito la coop in cambio di oltre 10mila euro e un contratto da assitente sociale all’amante. 

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