Canicattì, estorsione ed usura con tassi del 112%: arrestato 45enne
L’indagine ha trovato non poche difficoltà dovute soprattutto alla resistenza iniziale delle vittime che, terrorizzate, hanno avuto qualche tentennamento nell’accusare l’uomo
Soldi a strozzo e minacce alle vittime per riscuotere il credito. La squadra mobile di Agrigento, guidata dal vicequestore aggiunto Giovanni Minardi, ha arrestato Giuseppe Canta, 45 anni di Canicattì, con le accuse di usura ed estorsione. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Salvatore Vella, ha cristallizzato una serie di allarmanti episodi sul territorio caratterizzati da un clima di terrore.
L’indagine, avviata alla fine del 2022, ha trovato non poche difficoltà dovute soprattutto alla resistenza iniziale delle vittime che, terrorizzate, hanno avuto qualche tentennamento nell’accusare l’uomo. Il gip del tribunale di Agrigento Iacopo Mazzullo ha disposto nei confronti dell’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico. Sospeso anche il beneficio del reddito di cittadinanza di cui l’uomo godeva. Le indagini hanno permesso di ricostruire la rete di usura creata dal quarantacinquenne che, a partire dal dicembre 2022, avrebbe concesso somme di denaro a titolo di prestito personale, pretendendo dalle proprie vittime la restituzione, oltre che della somma iniziale, anche di interessi ed altri vantaggi usurari pari a circa il 112% mensili.
Prestiti seguiti da violente minacce. In una occasione, come emerso durante l’attività investigativa, l’indagato avrebbe addirittura sottratto la carta bancomat ad una delle vittime prelevando in autonomia le cifre pretese a titolo di restituzione del prestito originariamente concesso. Sulla vicenda sono in corso ulteriori indagini tese ad accertare l’effettiva responsabilità dell’arrestato.