Dai post su Giulia Cecchettin al femminicidio di Patrizia, Salamone confessa: “Mi sento depresso”
Giovanni Salamone si diceva addolorato per il femminicidio di Giulia Cecchettin, un anno più tardi ha ucciso la moglie Patrizia a coltellate
Nel novembre scorso scriveva su Facebook di provare un dolore al cuore per il femminicidio di Giulia Cecchettin, la studentessa di 22 anni vittima della ferocia del fidanzato. Undici mesi più tardi, in un appartamento di un piccolo paese alle porte di Alessandria, ha ucciso a coltellate la moglie. Cosa sia passato e cambiato nella testa di Giovanni Salamone in questo anno è il principale interrogativo di inquirenti e investigatori che stanno indagando sul delitto di Patrizia Russo, 53 anni, insegnante agrigentina uccisa con almeno sei coltellate.
L’uomo, imprenditore agricolo e ambientalista, comparirà nelle prossime ore davanti il gip per l’interrogatorio di garanzia (assistito dall’avvocato Stefano Daffonchio di Tortona, nominato d’ufficio). Subito dopo essere stato fermato dai carabinieri è stato sentito dal pm Andrea Trucano confessando di fatto l’omicidio. Salamone ha ricostruito le ore precedenti al delitto. La cena con Patrizia e il fratello di lei, la preoccupazione per alcuni debiti maturati, una depressione (ad oggi mai diagnosticata) da cui si sentiva oppresso. Il 61enne ha riferito di essere andato a letto insieme alla moglie ma di non riuscire a prendere sonno così è sceso, ha preso un coltello e ha ucciso Patrizia. Almeno cinque i fendenti sferrati. “Ho fatto una sciocchezza” avrebbe dichiarato al pm. Dopo l’omicidio si sarebbe cambiato, tolto il pigiama insanguinato e rivestito. Poi la chiamata ai carabinieri: “Venite, ho ucciso mia moglie”.
Che qualcosa sia cambiato nella testa di Giovanni negli ultimi tempi emergerebbe anche dalle preoccupazioni della moglie Patrizia che, in una delle ultime telefonate, avrebbe confidato ad un’amica tutte le preoccupazioni per il comportamento del marito. Paura non per la sua incolumità ma per quella di Giovanni, temendo che potesse compiere qualche gesto estremo e autolesionista. Gli investigatori continuano a scavare nella vita dei coniugi alla ricerca del movente. Il cambio di vita repentino a migliaia di chilometri da Agrigento, la ricerca di un lavoro e i problemi economici potrebbero essere le piste da seguire ma sono ipotesi al momento ancora tutte da dimostrare.