Giudiziaria

“Droga e telefonini in carcere”, Riesame rigetta ricorso Burgio

Burgio è accusato di aver negoziato una partita di droga dall'interno del carcere di Augusta

Pubblicato 3 anni fa

Il tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato il ricorso avanzato dagli avvocati Salvatore Pennica e Rosario Fiore con cui chiedevano l’annullamento della misura cautelare nei confronti dell’empedoclino James Burgio, arrestato nell’ambito di un’inchiesta che ha visto scattare le manette per cinque persone, tra cui un un agente penitenziario, accusate di corruzione e commercio illecito di sostanze stupefacenti. Lo scrive il quotidiano La Sicilia.

A seguito dell’inchiesta su un presunto giro di droga e cellulari nel carcere dell’Ucciardone, il gip di Palermo ha firmato i provvedimenti di custodia cautelare in carcere anche  nei confronti dell’agente di polizia penitenziaria Giuseppe Scafidi, del detenuto Fabrizio Tre Re, della moglie Teresa Altieri e di Rosario Di Fiore. Giuseppe Scafidi, Fabrizio Tre Re, Teresa Altieri e Rosario Di Fiore devono rispondere di corruzione; Tre Re e Burgio sono indagati anche per commercio illecito di sostanze stupefacenti. Secondo le indagini Giuseppe Scafidi, agente di polizia Penitenziaria sospeso dal servizio, in forza all’Ucciardone di Palermo, avrebbe accettato somme di denaro per introdurre uno smartphone e due miniphone all’interno del carcere.

E’ stato, infatti, possibile documentare alcuni episodi in cui telefonini illecitamente introdotti in carcere sono stati utilizzati dai detenuti per la vendita di droga. Di uno di questi episodi si e’ reso responsabile lo stesso Tre Re che avrebbe trattato telefonicamente con James Burgio, detenuto nel carcere di Augusta, la vendita a dei complici in liberta’ di una partita di circa 5 chili di droga.

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