Giudiziaria

Droga tra Agrigento, Licata e Canicattì: chiesti 11 rinvii a giudizio

L’inchiesta prende spunto da una indagine della Squadra Mobile di Agrigento e riguarda un traffico di droga che si sarebbe esteso tra la Città dei Templi, Canicattì, Licata e Ravanusa

Pubblicato 1 anno fa

La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di 11 persone coinvolte a vario titolo in un’inchiesta antidroga considerata una costola investigativa della più nota indagine “Vultur”,che ha fatto luce sulle dinamiche della famiglia mafiosa di Camastra e che ha portato a quattro condanne in primo e secondo grado.  

La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata nei confronti di: Angelo Allegro, 69 anni di Naro; Rosario Orazio Cavallaro, 65 anni di Ravanusa; Filippo D’Oro di Favara; Salvatore Allegro, 39 anni di Naro; Elio Magrì, 59 anni di Castrofilippo; Michele Curcio, 54 anni di Canicattì; Salvatore Nobile, 55 anni di Favara; Sonia Privitera, 42 anni di Catania; Natale Vinciguerra, 42 anni di Catania; Andrea Spiteri, 52 anni di Licata; Luigi Generoso, 56 anni di Licata. La prima udienza preliminare si celebrerà il 25 gennaio davanti il gup del tribunale di Palermo, Cristina Lo Bue.

L’inchiesta prende spunto da una indagine della Squadra Mobile di Agrigento e riguarda un traffico di droga che si sarebbe esteso tra la Città dei Templi, Canicattì, Licata e Ravanusa acquistando la droga, specialmente cocaina, a Catania. I fatti contestati risalgono al biennio 2013-2014. Secondo l’accusa si tratterebbe di una vera e propria banda dedita al traffico di sostanze stupefacenti al vertice della quale ci sarebbero stati Angelo Allegro, 69enne di Naro, e Rosario Orazio Cavallaro, 65enne di Ravanusa. Quest’ultimo è noto alle cronache per essere stato l’esecutore materiale dell’omicidio del licatese Angelo Carità, 56 anni, assassinato il 2 aprile del 2018, giorno di Pasquetta. Cavallaro fu condannato in primo grado all’ergastolo salvo poi vedersi la pena ridotta in appello a trent’anni di reclusione.

Nel collegio difensivo gli avvocati Antonino Gaziano, Salvatore Cusumano, Maria Alba Nicotra e Francesco Lumia.

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