I clan di Villaseta e Porto Empedocle, gli indagati scelgono la via del silenzio
In molti hanno scelto la via del silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere
Al via gli interrogatori di garanzia dei tredici indagati raggiunti da provvedimento di fermo nelle scorse ore nell’ambito del blitz dei carabinieri che ha nuovamente colpito duramente le cosche mafiose di Porto Empedocle e Villaseta. In molti hanno scelto la via del silenzio avvalendosi della facoltà di non rispondere. I giudici – diversi quelli che trattano le posizioni degli indagati – dovranno necessariamente esprimersi sulla convalida del fermo, e sull’eventuale misura cautelare da applicare, entro domani pomeriggio.
Nel blitz sono 13 le persone raggiunte da fermo, cinque delle quali erano già sottoposte alla custodia cautelare in carcere. Si tratta di James Burgio, 33 anni, di Porto Empedocle; Pietro Capraro, 40 anni, di Agrigento; Antoinino Crapa, 54 anni, di Favara; Stefano Fragapane, 33 anni, di Agrigento; Vincenzo Iacono, 48 anni, di Agrigento; Gaetano Licata, 42 anni, di Agrigento; Salvatore Lombardo, 37 anni, di Agrigento; Agostino Marrali, 29 anni, di Porto Empedocle; Salvatore Prestia, 45 anni, di Porto Empedocle; Simone Sciortino, 23 anni, di Agrigento; Calogero Segretario, 30 anni, di Agrigento; Cristian Terrana, 32 anni, di Agrigento; Alessandro Calogero Trupia, 36 anni, di Agrigento.
Ad undici dei tredici indagati viene contestato il reato di associazione a delinquere finalizzato al traffico di stupefacenti aggravato dal metodo mafioso. Tra le contestazioni, a vario titolo, anche quelle di tentata estorsione, danneggiamento a seguito di incendio, porto e detenzione di arma sempre aggravati dal metodo mafioso.