Giudiziaria

“Inchiesta Devozione”, 74 mila euro di cocaina acquistata e portata nell’agrigentino 

Una delle partite di droga comprate - si legge nell’ordinanza - ammonterebbe addirittura a 74 mila euro pari a circa 2 chili

Pubblicato 4 mesi fa

Tra i ventinove indagati nell’inchiesta “Devozione”, l’indagine della Squadra mobile di Catania che ha svelato un fiorente traffico di cocaina sull’asse Calabria-Sicilia, vi è anche un agrigentino. Si tratta dell’imprenditore agricolo Stefano Nicosia, 36 anni, di Canicattì. L’uomo, secondo l’inchiesta coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia etnea con i pm Ignazio Fonzo e Tiziana Laudani, avrebbe “acquistato rilevanti quantità di sostanza stupefacente del tipo cocaina al fine di metterla in commercio”. Nicosia non è stato raggiunto da alcuna misura poiché – come spiega nell’ordinanza il gip Ottavio Grasso – “deve escludersi l’attualità dell’esigenza cautelare data la circostanza che a lui sono contestati solo una serie di reati afferenti all’acquisto, detenzione, trasporto di stupefacenti fino all’autunno del 2020”. 

Al netto di queste considerazioni, l’attività investigativa della Squadra mobile di Catania ha portato alla luce un fiume di cocaina che dalla Calabria, passando per Catania, si riversava nelle altre province dell’Isola. Compresa quella agrigentina. Nicosia, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, avrebbe acquistato ingenti quantitativi di stupefacente per poi rivenderlo. Una delle partite di droga comprate – si legge nell’ordinanza – ammonterebbe addirittura a 74 mila euro pari a circa 2 chili di polvere bianca. L’imprenditore agrigentino avrebbe acquistato la cocaina da due personaggi chiave dell’intera inchiesta: Bruno Cidoni e il suo braccio destro Antonio Pezzano. Chi è Bruno Cidoni? Nel suo passato ha avuto rapporti con Francesco “Ciccio” Pelle, alias “Sandokan”, membro di spicco della ndrangheta di San Luca. I due sono stati soci al 50 per cento in un’azienda edile. Un terzo personaggio che si “incastra” nelle vicende agrigentine è il corriere Francesco Sedici, arrestato nel 2020 a Villa San Giovanni con un carico di 5 chili di cocaina. Tra le tappe del corriere Sedici ve ne è anche una in provincia di Agrigento, nelle campagne di Naro, per consegnare una partita di due chili di cocaina a Nicosia. 

L’attività investigativa su Nicosia si concentra nel periodo tra il settembre e l’ottobre 2020. Un primo contatto viene registrato il 12 settembre alle ore 17:15 quando l’imprenditore agrigentino raggiungeva casa di Cidoti nel quartiere di San Giovanni Galermo per – scrivono gli inquirenti – “acquistare della sostanza stupefacente del tipo cocaina occultandola all’interno di uno zaino di colore nero. A riscontro della consegna, tre giorni dopo la supposta cessione, Nicosia consegnava una somma di denaro pari ad euro 12.500 a saldo parziale della cocaina ritirata. Peraltro le videoriprese immortalavano Nicosia nel frangente in cui estraeva, dalla tasca posteriore dei jeans, un involucro trasparente contenente le banconote”. Il 16 settembre 2020 il corriere Francesco Sedici raggiungeva la provincia di Agrigento dove Nicosia – si legge – riceveva, verosimilmente circa 2 kg. di cocaina. Ultimata la consegna, Sedici rientrava in territorio catanese e confermava ai due capi l’esito della cessione; in merito riferiva dell’inadempienza di Nicosia, questo infatti corrispondeva solo una  parte dei 74.500 euro dovuti”. La sera del 21 settembre 2020 è Nicosia a recarsi a Catania dove corrispondeva a Cidoni una somma a saldo parziale del pregresso debito. Dalla conversazione emerge che Nicosia consegnava una somma totale pari a 41.500 euro ringraziando Pezzano per la comprensione. Un’altra tranche di soldi sarebbe stata consegnata il 30 settembre quando l’imprenditore agrigentino consegnava ai due calabresi una somma di denaro pari ad euro 19.000. Il 16 ottobre 2020 il corriere Sedici ritornava nell’agrigentino, precisamente a Naro, dove sostava per soli quattro minuti. 

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