La sparatoria a Villaggio Mosè e l’omicidio Di Falco, il caso approda al Riesame
La difesa dei tre indagati ha chiesto al Riesame di annullare l'ordinanza di custodia cautelare
Saranno discusse il prossimo 13 marzo davanti il tribunale della Libertà di Palermo le posizioni dei tre indagati coinvolti nella sparatoria avvenuta lo scorso 28 febbraio nel parcheggio della concessionaria “Auto per passione” di Villaggio Mosè. In quell’occasione perse la vita il trentasettenne Roberto Di Falco, di Palma di Montechiaro, colpito mortalmente da un proiettile esploso dalla pistola che lui stesso impugnava.
Gli indagati, fermati dalla Squadra mobile di Agrigento, sono accusati di omicidio per errore, tentato omicidio e porto abusivo di armi. Si tratta di Angelo Di Falco, Calogero Zarbo e Domenico Avanzato. La difesa – rappresentata dagli avvocati Santo Lucia, Antonio Ragusa e adesso anche Giovanni Castronovo – ha chiesto al Riesame di annullare l’ordinanza con la quale il gip di Agrigento Giuseppe Miceli, pur non convalidando il fermo, ha disposto la misura cautelare in carcere per i tre indagati.
È ormai pacifico che alla base dell’aggressione, sfociata poi in tragedia, ci siano motivi economici e, in particolare, un assegno scoperto di cinquemila euro utilizzato dal concessionario per acquistare un’auto da Angelo Di Falco, principale indagato e fratello della vittima.