Giudiziaria

Legge salva-suicidi dimezza i debiti di due coniugi di Sciacca

Applicando la cosiddetta legge "salva suicidi", risalente al 2012, il tribunale di Sciacca ha disposto il dimezzamento dei debiti contratti nel tempo da due coniugi del luogo

Pubblicato 1 anno fa

Applicando la cosiddetta legge “salva suicidi”, risalente al 2012, il tribunale di Sciacca (Agrigento) ha disposto il dimezzamento dei debiti contratti nel tempo da due coniugi del luogo. Debiti oggi scesi da centomila a cinquantamila euro circa. Assistita dall’avvocato Luigi Licari, il nucleo familiare ha richiesto all’autorità giudiziaria la ristrutturazione del proprio debito, impegnandosi a rifonderlo con un impegno mensile di 500 euro. Prima di ricorrere al tribunale, a fronte di un’entrata di 1.800 euro al mese, i due coniugi ne sborsavano ben 1.300 per pagare i creditori. Cosa che, ad un certo punto, non sono più stati in grado di fare. Sulla base della norma, ed esaminata la situazione specifica del nucleo familiare proponente, il tribunale ha disposto che la situazione venisse esaminata da un consulente, il dottor Santo Palermo, incaricato di rappresentare l’Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento, previsto dalla legge “salva-suicidi”.

Il quale ha proposto al giudice la ristrutturazione del debito in questione, in modo tale che il 70% delle entrate mensili permettesse ai coniugi di garantire i costi di sopravvivenza e di mantenimento proprio e dei propri figli, e il restante 30% fosse utilizzato per rifondere i creditori. Nessuno di questi ultimi si è opposto alla proposta, e la giudice Valentina Stabile ha omologato la decisione, firmando la sentenza che ha concluso il procedimento. I due coniugi hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Ovviamente è già scattato il monitoraggio dell’effettivo rispetto dei nuovi impegni assunti, oltre all’inibizione di contrarre eventuali ulteriori indebitamenti. «È di tutta evidenza – dice l’avvocato Licari – che questa procedura non si può applicare indistintamente, ma caso per caso, e sulla base di situazioni specifiche ed oggettive. Se, per dire, sussistono colpa grave o malafede da parte dei soggetti indebitati, la norma ‘salva-suicidi’ non può essere applicata”. (ANSA)

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