Giudiziaria

Ok alla revisione del processo per droga ad ex sindaco Vaccarino

Adesso tutto torna in discussione, la Corte di Appello ha disposto l'inizio del processo di revisione"

Pubblicato 3 anni fa

La Corte d’appello di Caltanissetta ha ammesso la richiesta di revisione della condanna a sei anni e mezzo inflitta ad Antonio Vaccarino il 16 aprile 1997 dalla Corte di Appello di Palermo, per un presunto traffico di sostanze stupefacenti che aveva come base logistica l’aeroporto di Linate a Milano. L’ex sindaco di Castelvetrano, 75 anni, noto per aver intrattenuto una corrispondenza con il latitante Matteo Messina Denaro, a gennaio e’ tornato in carcere nell’ambito di una recente indagine della Dda di Palermo per cui lo scorso 2 luglio e’ stato condannato a 6 anni di reclusione per rivelazione di notizie coperte dal segreto, con l’aggravante di avere favorito Cosa nostra.

Le accuse

Le accuse nel processo per droga erano state mosse sulla scorta delle dichiarazioni rese dall’ex collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara, che indicava Vaccarino quale membro di Cosa nostra. Quest’ultima accusa, in primo grado accolta dal Tribunale di Marsala che lo ha condannato a 18 anni di reclusione, e’ stata poi ritenuta infondata dalla Corte di Appello di Palermo che, tuttavia, ha ritenuto credibile le dichiarazioni del Calcara in ordine al solo reato di traffico di stupefacenti.

La richiesta di revisione del processo

La richiesta di revisione della condanna e’ stata avanzata dagli avvocati Baldassare Lauria e Giovanna Angelo, sulla scorta di dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia e funzionari dei carabinieri e polizia che “attestano – affermano i legali – le falsita’ delle accuse a suo tempo mosse dal discusso collaboratore Vincenzo Calcara, gia’ ritenuto falso con sentenza della Corte di Assise di Caltanissetta nel processo per l’omicidio del giudice Ciaccio Montalto. Adesso tutto torna in discussione, la Corte di Appello ha disposto l’inizio del processo di revisione”. In precedenza il procuratore generale della Corte d’appello di Catania, cui era stata avanzata l’istanza di revisione, aveva chiesto la revoca della sentenza di condanna, ma si era dichiarata incompetente per territorio investendo cosi’ la Corte nissena. Il processo di revisione iniziera’ il 10 marzo 2021 con l’audizione di due nuovi testimoni che “hanno sostenuto di essere a conoscenza di circostanze rilevanti ai fini della definizione del presente procedimento”. Inoltre i giudici nisseni hanno disposto l’acquisizione della sentenza emessa lo scorso luglio dal Tribunale di Marsala. L’istanza presentata dai legali di Vaccarino si basa principalmente sulla presunta inattendibilita’ del collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara, recentemente definito come un ‘inquinatore dei pozzi della verita”, durante la requisitoria del processo a Messina Denaro, in cui il latitante e’ stato condannato come mandante delle Stragi. All’epoca dell’arresto per mafia (avvenuto con il blitz “Palma” del maggio 1992, Vaccarino fini’ sui giornali perche’ accusato dal pentito Calcara di essere il mandante di un attentato, in fase di programmazione, nei confronti del magistrato Paolo Borsellino.

La corrispondenza con Messina Denaro

Alla fine Vaccarino venne assolto dall’accusa di associazione mafiosa e condannato per traffico di droga. Nel 2007 il suo nome torno’ alla ribalta dopo il ritrovamento dei pizzini custoditi da Bernardo Provenzano, compresi quelli ricevuti dal latitante Matteo Messina Denaro, in cui descriveva al capomafia la sua corrispondenza con Vaccarino, indicato come ‘il professore’. (AGI)

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