Giudiziaria

Processo (appello) “Kerkent”: chiesta l’assoluzione di Militello e Tornabene

L'arringa difensiva dell’avvocato Giovanni Castronovo

Pubblicato 2 anni fa

Il processo d’appello “Kerkent” ha vissuto l’ultima giornata di arringhe difensive con l’intervento dell’avvocato Giovanni Castronovo che ha affrontato la posizione dei suoi due assistiti, chiedendo l’assoluzione, e cioè quelle di Liborio Militello e Giuseppe Tornabene entrambi condannati in primo grado alle pene pari ad otto anni e otto anni e otto mesi di reclusione.

Ventuno gli imputati che in primo grado sono stati giudicati lo scorso 16 febbraio 2021 dal Gup di Palermo, Fabio Pilato (tra parentesi l’esito del processo: James Burgio (8 anni); Salvatore Capraro (9 anni); Davide Clemente (9 anni e 6 mesi); Fabio Contino (8 anni); Sergio Cusumano (12 anni e 8 mesi); Alessio Di Nolfo (12 anni); Francesco Di Stefano (assolto); Salvatore Ganci (assolto); Daniele Giallanza (assolto); Eugenio Gibilaro (10 anni); Pietro La Cara (assolto); Domenico La Vardera (8 anni e 8 mesi); Domenico Mandaradoni (8 anni); Antonio Massimino (20 anni); Gerlando Massimino (12 anni); Antonio Messina (12 anni); Giuseppe Messina (20 anni); Valentino Messina (assolto); Liborio Militello (8 anni); Andrea Puntorno (8 anni); Calogero Rizzo (5 anni); Francesco Romano (assolto); Vincenzo Sanzo (assolto); Attilio Sciabica (assolto); Luca Siracusa (8 anni); Giuseppe Tornabene (8 anni e 8 mesi); Francesco Vetrano (20 anni).

Per l’avvocato Castronovo Liborio Militello non era l’alter ego di Antonio Massimino, il personaggio principale dell’inchiesta, perché – ha sostenuto – non esiste la famiglia mafiosa di Villaseta che avrebbe annoverato tra le sua fila meno di tre persone e pertanto, ogni collegamento con i boss della zona del Belice come Leo Sutera e Pietro Campo sarebbe inesistente. Tra Massimino e Militello sarebbe esistito esclusivamente un rapporto di tipo personale che nulla avrebbe a che vedere con la mafia agrigentina.

Legame strettamente parentale e non riconducibile ad altre dinamiche anche il rapporto tra Giuseppe Tornabene e Massimino. L’avvocato Castronovo, a tal proposito, puntualizza: Del tutto inconsapevole il contributo fornito a Massimino ne consistito ad accompagnarlo in auto, anche perchè non aveva la patente, e non partecipava ad alcuna riunione criminale”.

Il prossimo 13 febbraio, dopo le eventuali repliche di accusa e difesa, si andrà a sentenza.

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