Ragazzini morti durante gara di velocità in auto: un rinvio a giudizio e un patteggiamento
Nell’incidente persero la vita Giulia Sorrentino, di 18 anni, e Rosario Leto, 16 anni: un terzo imputato era minorenne all’epoca dei fatti e sarà giudicato a parte
Una condanna a due anni e un rinvio a giudizio per la folle gara di velocità sulle strade di Corleone (Palermo) finita nell’ennesima strage di giovanissimi: questo l’esito, ieri, martedì 20 maggio 2025 – proprio all’indomani del terzo anniversario della tragedia, il 15 maggio 2022 -, presso il Tribunale di Termini Imerese, avanti il Gip dott.ssa Alessandra Marino, dell’udienza preliminare del procedimento penale per la tragica morte di Giulia Sorrentino (in foto), a soli 18 anni, e di Rosario Leto, di 16, tutti corleonesi come gli imputati, che dovevano rispondere, in concorso, oltre che di omicidio stradale plurimo aggravato, della pesante violazione dell’articolo 9 del Codice della Strada, che vieta di gareggiare in velocità con veicoli a motore, e dell’art. 40 del Codice penale, che stabilisce che “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a causarlo”.
Più nel dettaglio, Antonino Pio Plaia, oggi 21 anni, di fronte alle sue schiaccianti responsabilità ha preferito patteggiare la pena di due anni beneficiando così dello “sconto” previsto, mentre l’altro imputato, Biagio Di Blanda, anch’egli oggi ventunenne, non ha richiesto riti alternativi preferendo affrontare il dibattimento e dovrà comparire davanti al giudice monocratico il 14 ottobre prossimo per la prima udienza del processo a suo carico: vi è anche un terzo imputato, che però all’epoca dei fatti era ancora minorenne e nei confronti del quale quindi si procede con un procedimento separato avanti il Tribunale dei Minori.
I familiari dell’incolpevole diciottenne, trasportata nell’auto finita rovinosamente fuori strada in un canale durante l’assurda “competizione”, sono assistiti dall’avv. Ornella Maria Cialona e da Studio3A-Valore S.p.A., che ha già ottenuto per loro l‘integrale risarcimento dalla compagnia di assicurazione dell’auto su cui viaggiava, ma si aspettavano anche e soprattutto risposte in sede penale, pur sapendo bene che nessuna condanna avrebbe mai potuto ripagarli della loro incolmabile perdita: risposte che, per quanto parziali, hanno iniziato ad arrivare.
L’inchiesta condotta dal Pubblico Ministero della Procura imerese titolare del fascicolo, il dott. Danilo Angelini, ha consentito di ricostruire nei dettagli cosa fosse effettivamente accaduto quella maledetta notte del 15 maggio 2022, poco prima delle due, lungo la Statale 118 all’altezza del Km 42.3, nel tratto compreso tra Corleone e Prizzi dove vige(rebbe) il limite di 50 km/h, grazie anche alla consulenza tecnica ad hoc affidata all’ingegner Francesco Pace. In estrema sintesi, il giovanissimo, oggi maggiorenne, che sarà giudicato dal Tribunale dei Minori, Di Blanda e Leto, tutti alla guida di tre Fiat Punto, si sono messi a fare una gara di velocità tra di loro: in quest’ultima vettura condotta dal sedicenne deceduto erano trasportati anche Giulia Sorrentino e altri due giovani che si sono invece salvati, uno dei quali Antonino Pio Plaia. Il risultato di questo assurdo e prolungato tentativo di superarsi a vicenda da parte dei tre conducenti è che Leto, all’uscita da una curva e a una velocità stimata dal consulente tecnico tra i 127 e i 144 km/h, ha perso il controllo della macchina che guidava che è uscita rovinosamente di strada sulla destra e, dopo aver percorso 60 metri fuori dalla sede stradale, ha finito la sua folle corsa in un canale adagiata sul lato destro, con conseguenze purtroppo devastanti per lo stesso Leto e la ragazza, morti sul colpo in seguito alle gravissime lesioni, soprattutto encefaliche, riportate.
Il magistrato inquirente, alla chiusura delle indagini preliminari, ha quindi chiesto il rinvio a giudizio per gli imputati “perché cagionavano, con cooperazione delle rispettive condotte – per citare l’atto -, la morte di Rosario Leto e Giulia Sorrentino, con violazione delle norme sulla disciplina stradale, colpa consistita in negligenza, imprudenza imperizia nonché specificamente” per gli altri due conducenti “perché gareggiavano tra loro in velocità e di conseguenza violavano l’obbligo di regolare la velocità del veicolo in modo da evitare ogni pericolo per la sicurezza delle persone”, e per Di Plaia perché, “in quanto unico possessore della patente di guida a bordo del mezzo uscito di strada”, di cui anzi, come tale, “aveva avuto la materiale disponibilità e che stava peraltro conducendo fino al momento in cui l’appena sedicenne Leto gli ha chiesto il cambio di guida, consentiva e comunque non impediva a quest’ultimo di condurre il mezzo nonostante non fosse in possesso della necessaria patente, e quindi di partecipare alla gara, fornendo per giunta il suo supporto morale allo svolgimento della medesima”.
Si è così giunti all’udienza preliminare di ieri e al primo verdetto. i familiari di Giulia Sorrentino che, attraverso il consulente personale per la Sicilia, Alessio Tarantino, per essere assistiti si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, ora si aspettano che anche gli altri due conducenti protagonisti di questa fatale gara ricevano la giusta punizione, anche perché la morte della loro cara non sia stata del tutto vana e serva almeno come monito ai ragazzi che le strade non vanno prese come circuiti di Formula Uno e che gareggiando in velocità si mette a rischio non solo se stessi ma anche gli altri che abbiano la sventura di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.