“Utilizzavano cellulari in carcere”: Nicotra all’abbreviato, Chiazza all’ordinario
Ad entrambi gli agrigentini viene contestato il reato di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti
Al via questa mattina nell’aula bunker del carcere di Bologna la prima udienza preliminare a carico di cinquanta imputati coinvolti in una maxi inchiesta che ipotizza l’utilizzo di cellulari all’interno della casa circondariale del capoluogo emiliano. Tra le persone coinvolte ci sono anche due agrigentini: si tratta di Carmelo Nicotra, 42 anni, di Favara, e Antonino Chiazza, 54 anni, di Palma di Montechiaro. Il procedimento è in corso davanti il giudice per l’udienza preliminare Roberta Malvasi. Nicotra, difeso dall’avvocato Salvatore Cusumano, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. Chiazza, difeso dall’avvocato Giovanni Lo Monaco, andrà invece all’ordinario. Il giudice ha aggiornato l’udienza al prossimo 5 marzo.
Ad entrambi gli imputati agrigentini viene contestato il reato di accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. A Nicotra viene addebitato l’utilizzo di due cellulari con rispettive sim nel maggio 2022; identica contestazione è stata mossa a Chiazza con i fatti che sarebbero avvenuti nell’ottobre 2021. Sia Nicotra che Chiazza sono personaggi noti alle forze dell’ordine. Il primo è stato condannato a tre anni e otto mesi nell’inchiesta Mosaico, l’indagine che fece luce su una faida tra Favara e Liegi. Lo stesso Nicotra fu vittima di un agguato nel 2017 a cui scamopò miracolosamente. Lo scorso mese, dopo aver scontato interamente la condanna, è tornato un uomo libero. Chiazza, invece, è stato arrestato nell’operazione Xidy, la maxi inchiesta sul mandamento mafioso di Canicattì e sulla riorganizzazione della Stidda, organizzazione della quale lo stesso – secondo l’accusa – sarebbe esponente di vertice. Il processo di primo grado è ancora in corso ad Agrigento.