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Pentiti al contrario riorganizzano due cosche: 14 arresti (ft e vd)

Nelle notte appena trascorsa, decine di operatori della Polizia di Stato sono stati impegnati in un’ampia azione antimafia che ha portato all’arresto di 14 persone. L’operazione, convenzionalmente denominata “Predominio”, rappresenta l’epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra mobile e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, su una pericolosissima compagine delinquenziale mafiosa dedita all’estorsione […]

Pubblicato 4 anni fa

Nelle
notte appena trascorsa, decine di operatori della Polizia di Stato sono stati
impegnati in un’ampia azione antimafia che ha portato all’arresto di 14 persone.

L’operazione,
convenzionalmente denominata “Predominio”, rappresenta l’epilogo delle più
recenti indagini condotte dalla Squadra mobile e coordinate dalla Direzione distrettuale
antimafia di Messina, su una pericolosissima compagine delinquenziale mafiosa
dedita all’estorsione ed al traffico di sostanze stupefacenti e per lo più operante
nel quartiere popolare cittadino di “Giostra”.

In carcere sono finiti Alberto Alleruzzo, di 38 anni; Michele Alleruzzo, di 37 anni; Angelo Arrigo, di 31 anni; Vincenzo Barbera, di 51 anni; Orazio Bellissima, di 61 anni; Stellario Brigandì, di 52 anni; Nicola Galletta, di 52 anni, già collaboratore di giustizia; Cosimo Miceli, di 55 anni; Pasquale Pietropaolo, di 50 anni, già collaboratore di giustizia; Antonino Stracuzzi, di 45 anni, già collaboratore di giustizia. L’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere, dove si trovavano già detenuti, a Gaetano Barbera, di 49 anni, già collaboratore di giustizia; Salvatore Bonaffini, di 47 anni, già collaboratore di giustizia; Giuseppe Cutè, di 39 anni. Mentre è finito agli arresti domiciliari Giovanni Ieni, di 48 anni.

Le
indagini hanno confermato – anche attraverso il collegamento investigativo tra
diversi procedimenti penali –  l’ipotesi di
una riorganizzazione sul territorio di Messina di alcuni ex collaboratori di
giustizia, i quali, non solo hanno ripristinato i contatti con la criminalità
organizzata di provenienza, ma si muovevano in un’ottica di nuovo controllo del
territorio in contrasto con i gruppi tradizionali.

Tra tali
soggetti, particolare rilievo riveste la figura di Nicola Galletta, il quale,
oltre ad avere formato un proprio gruppo di riferimento unitamente all’ex
collaboratore Gaetano Barbera, avente le caratteristiche dell’associazione di
stampo mafioso,  nel quale rivestono un
ruolo di primo piano anche gli ex collaboratori di giustizia Pasquale
Pietropaolo e Salvatore Bonaffini,  ha
costituito, insieme ai predetti 
Pietropaolo e Bonaffini, un fiorente sodalizio dedito al traffico di sostanze
stupefacenti che, ancorché dotato di autonomia strutturale e organizzativa
rispetto alla quasi speculare associazione mafiosa svolge, in una prospettiva
strategica unitaria, la funzione di finanziamento del complessivo progetto
criminoso e di ausilio al consolidamento del controllo del territorio

Le
investigazioni, avviate nel luglio 2018 e protrattesi sino al marzo del 2019,
sono state sviluppate attraverso la combinazione di una serrata attività
tecnica di intercettazione di comunicazioni telefoniche ed ambientali, servizi
tecnico-dinamici sul territorio, analisi di tabulati e riscontri ad alcune dichiarazioni
di collaboratori di giustizia.

Operazione “Predominio”, la retata

All’esito
di tale complessa attività investigativa affiorava un quadro generale
particolarmente allarmante in quanto alcuni ex collaboratori di giustizia, tornati
a dimorare in città, avendo ripristinato i legami con la criminalità
organizzata di provenienza, si riorganizzavano nel territorio messinese con il
chiaro intento di riaffermare una posizione di egemonia nel panorama criminale
e ponendosi talvolta in contrasto con i gruppi tradizionali già operanti ovvero
in rapporto con essi di vicendevole convenienza.

Gli
approfondimenti investigativi, invero, traevano originaria genesi da tre gravi
episodi delittuosi avvenuti in città ai danni dei componenti del nucleo
familiare degli  Arrigo: il primo
avvenuto il 29 aprile 2016 e gli altri due, contemporaneamente, nella giornata
del 25 gennaio 2017.  In seguito, traendo
impulso dagli sviluppi delle indagini inizialmente condotte sugli agguati cui
si è accennato, veniva in evidenza una quanto mai sospetta fitta rete di
rapporti fra l’ex collaboratore di giustizia Nicola Galletta, Pasquale
Pietropaolo e Salvatore Bonaffini, questi ultimi due anch’essi ex collaboratori
di giustizia.

I
predetti, ultimato il loro percorso di collaborazione con la giustizia, erano
tornati in città, stabilendovi i propri interessi principali. Tra costoro e fin
da subito, Nicola Galletta assumeva un ruolo di preminenza, promuovendo,
dirigendo ed organizzando, unitamente a Gaetano Barbera,
una cellula criminale mafiosa cui aderivano anche Vincenzo Barbera,
Pasquale Pietropaolo, Salvatore Bonaffini e Cosimo Maceli.

Al fine
di riaffermarsi nel panorama criminale messinese, Galletta promuoveva incontri
e riunioni. È in data 29 agosto 2018 che, presso un locale di ristorazione del
centro, si registrava un vero e proprio summit tra gli ex collaboratori ed
altri noti individui del contesto delinquenziale messinese.

Come
anticipato, la generale azione della “nuova” cellula criminale mafiosa era
proiettata verso la riconquista di un proprio spazio nella Provincia messinese,
imponendosi soprattutto attraverso l’estorsione e il traffico degli
stupefacenti.  

Operazione “Predominio”, le perquisizioni

Il
potenziale delinquenziale di questa nuova cellula che faceva capo ai citati ex
collaboratori era comprovato dalla capacità di intimidire ed imporre le proprie
decisioni e dalla piena disponibilità di armi da parte di alcuni dei suoi
componenti. Infatti, nel corso delle indagini, è risultato che Salvatore
Bonaffini e Gaetano Barbera detenevano, ognuno all’interno della propria
abitazione, una pistola con relativo munizionamento.

Altre
armi da fuoco – secondo le intercettazioni – risultavano nella disponibilità di
Nicola Galletta, Cosimo Maceli e Antonino Stracuzzi.

Quanto
detto consente di avere contezza della capacità di intimidazione che era in
grado di esprimere l’organismo criminale scoperto con le investigazioni.
Nell’esercizio dell’azione di riconquista del territorio, attraverso danneggiamenti
ed atti intimidatori, può inquadrarsi una vicenda estorsiva che accadeva nel
gennaio di quest’anno e in cui risultavano direttamente coinvolti Giuseppe Cutè,
Nicola Galletta e Gaetano Barbera.

Ai
predetti era infatti attribuibile un’estorsione, aggravata dal metodo mafioso, commessa
in danno del titolare di un’Associazione sportiva dilettantistica e culturale messinese.
Quest’ultimo era costretto a versare parte della propria liquidazione e
minacciato affinché si dimettesse dalla carica ricoperta presso la citata
Associazione culturale.

Ma il core
business dell’organizzazione malavitosa degli ex collaboratori di giustizia era
rappresentato dal traffico delle sostanze stupefacenti.

Questo
redditizio “settore” vedeva impegnati, in forma stabile ed associata, Nicola
Galletta, Pasquale Pietropaolo, Salvatore Bonaffini, Cosimo Maceli e Orazio
Bellissima.
I componenti di detto nucleo criminale intrattenevano rapporti con singoli
spacciatori, provvedendo a fornire loro la droga – cocaina e marijuana – da
immettere sul mercato cittadino e soddisfare così le esigenze dei consumatori locali.

Numerosi
erano gli episodi di cessione di stupefacenti accertati e documentati nel corso
dell’indagine ed attribuiti anche ad altri individui colpiti anch’essi dalla
misura cautelare. Quindi, a rispondere di spaccio di stupefacenti sono chiamati
Alberto Alleruzzo, Michele Alleruzzo,
Angelo Arrigo, Vincenzo Barbera,
Stellario Brigandì, Giovanni Ieni.

1 commenti
Un pensiero su "Pentiti al contrario riorganizzano due cosche: 14 arresti (ft e vd)"
  1. Il Gattopardo ha detto:

    La créme de la créme, ovviamente!!!

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