Ergastolo ostativo, Scarpinato: “Riforma è amnistia per stragisti”
"La speranza era che qualcuno dei boss stragisti condannati all'ergastolo decidesse di collaborare con la giustizia"
“Riusciremo mai a pervenire ad una verita’ giudiziaria completa sulla strage di Via D’Amelio che dia un volto ai mandanti e a complici eccellenti?”, E’ il quesito che l’ex procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, pone in un lungo intervento pronunciato lo scorso 19 luglio a Palermo e pubblicato da Micromega. Sino a qualche anno fa, argomenta il magistrato, “residuava una significativa speranza. La speranza era che qualcuno dei boss stragisti condannati all’ergastolo e a conoscenza dei segreti che si celano dietro le stragi del 1992 e del 1993, decidesse di collaborare con la giustizia. Ma questa speranza e’ stata ridotta ai minimi termini dalla recente riforma dell’ergastolo ostativo ormai in dirittura di arrivo, che accogliendo le richieste ininterrottamente formulate dai boss stragisti sin dalla seconda meta’ degli anni Novanta, consentira’ loro di uscire dal carcere senza collaborare, solo dimostrando di avere deposto definitivamente le armi”.
Una soluzione questa, ricorda Scarpinato, che il boss Pietro Aglieri “tra i primi a proporla il 28 marzo 2002 in una lettera indirizzata al procuratore nazionale Pierluigi Vigna aveva definito testualmente una soluzione ‘concreta e intelligente’. Una soluzione ‘concreta e intelligente’ che, in sostanza, prevedeva lo scambio tra il silenzio dei boss stragisti sui complici eccellenti nelle stragi e la loro fuoriuscita dal carcere”. Non e’ un caso, per l’ex Pg, che, come hanno riferito vari collaboratori di Giustizia, i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano “depositari di scottanti segreti, abbiano sempre nutrito una granitica fiducia che nonostante le loro condanne all’ergastolo, prima o poi sarebbero usciti dal carcere. Bisognerebbe chiamare questa riforma dell’ergastolo ostativo per quello che e’: una amnistia mascherata per i boss stragisti ai quali sara’ riservato lo stesso trattamento premiale che e’ stato riservato in passato ad altri esecutori di stragi in cambio del loro silenzio. Come a esempio Valerio Fioravanti e Francesca Mambro ammessi alla liberazione condizionale dopo 26 anni di carcere”.
Scende cosi’ un “plumbeo silenzio di Stato” sulle stragi del 1992 e del 1993, e il grido “assassini” lanciato dalla folla in quel lontano 24 luglio 1992, giorno dei funerali di Stato dei cinque agenti della scorta di Paolo Borsellino, “sembra destinato ad continuare a echeggiare nel tempo come una triste e dolorosa verita’ rimossa”