Mafia, restituiti beni per 45 milioni di euro a “Titta u ballerinu”
Con l'assoluzione per il 416 bis e la non provata correlazione tra i proventi e l'appartenenza a cartelli mafiosi la Corte ha disposto la restituzione di tutti i beni sequestrati
Nel 2018 in seguito alle indagini, condotte dalla Direzione distrettuale antimafia, a Giombattista Puccio e ad alcuni suoi familiari e congiunti, vennero sequestrati beni il cui valore stimato dal Gico della Guardia di Finanza, era di circa 45 milioni di euro. Case e aziende, autovetture e conti. Beni che erano stati ritenuti provento da attivita’ illecita e mafiosa a Vittoria, nel Ragusano. Ora, la Seconda sezione penale della Corte d’Appello di Catania (presidente Antongiulio Maggiore, Loredana Valeria Pezzino consigliere estensore e Salvatore Faro Faussone consigliere) ha disposto il venir meno delle misure personali di prevenzione non essendo piu’ “qualificata” la pericolosita’ di Puccio, secondo il codice antimafia, e ha disposto la restituzione di tutti i beni.
Nella sentenza di primo grado dell’ottobre 2021, del processo scaturito dalla operazione “Ghost trash” coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Catania con il Gico della Guardia di finanza nel 2017, venne meno l’associazione mafiosa. Secondo l’accusa l’associazione avrebbe avuto come fine il controllo del mercato degli imballaggi per i prodotti dell’ortofrutta, l’intestazione fittizia di imprese e il traffico illecito di rifiuti a vantaggio del clan stiddaro dei Carbonaro Dominante. Il Tribunale collegiale fece cadere in sentenza di primo grado l’associazione mafiosa. Giombattista Puccio quindi a ottobre del 2021 venne condannato a 9 anni per tre intestazioni fittizie di altrettante societa’ ma venne assolto per 416 bis, associazione mafiosa, per non avere commesso il fatto, e per l’associazione semplice in ordine al traffico dei rifiuti oltre che da altre intestazioni fittizie “perche’ il fatto non sussiste”.
Non luogo a procedere per una serie di trasporti di rifiuti perche’ i reati si sono estinti e in uno alla lettura della sentenza il giudice dispose anche l’immediata scarcerazione di Giombattista Puccio, “se non detenuto per altra causa”. Con l’assoluzione per il 416 bis e la non provata correlazione tra i proventi e l’appartenenza a cartelli mafiosi, la Corte ha disposto quindi la cessazione delle misure di prevenzione personali e la restituzione di tutti i beni a Puccio e ai suoi famigliari e congiunti.