Mafia

Mafia: si pente il reggente del clan dell’Acquasanta

Si tratta di Giovanni "Nanni" Ferrante, braccio operativo del boss Fontana

Pubblicato 3 anni fa

Il reggente del clan dell’Acquasanta di Palermo – Giovanni “Nanni” Ferrante – ha deciso di collaborare con la giustizia.

Ferrante, finito in manette lo scorso maggio insieme ad altre 90 persone in un maxi blitz che ha disarticolato le famiglie dell’Arenella e dell’Acquasanta, ha iniziato il percorso di collaborazione con i magistrati.

Ferrante, da quanto emerso nell’inchiesta “Mani in Pasta”, è ritenuto personaggio di spicco del clan. Usava attività commerciali del quartiere per riciclare i soldi sporchi, ordinava estorsioni e imponeva l’acquisto di materie prime e generi di consumo scelti dall’organizzazione.

Già condannato per mafia, dal 2016 è stato ammesso all’affidamento in prova ai servizi sociali. Uscito dal carcere, ha consolidato la propria posizione di leader all’interno della famiglia mafiosa e per la gestione degli affari illeciti usava come intermediatrice la compagna, Letizia Cinà (finita nel programma di protezione dopo la decisione di Ferrante di collaborare). Molto temuto, modi violenti, in una intercettazione dopo essere stato scarcerato dice: “Oramai non ho più pietà per nessuno! Prima glieli davo con schiaffi, ora glieli do con cazzotti? a colpi di casco… cosa ho in mano… cosa mi viene”.

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