Operazione Lockdown, truffa con i fondi del covid per favorire la mafia: arresti (ft e vd)
Scoperta un'associazione a delinquere che intascava i contributi covid e favoriva il clan Santapaola-Ercolano, sequestrati anche 380 mila euro
Dieci misure cautelari e altri 15 indagati nell’operazione battezzata “Lockdown” della Polizia di Stato scattata all’alba, con l’esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Catania, su richiesta della Procura, a carico di soggetti accusati di associazione per delinquere finalizzata alle truffe ai danni dello Stato con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’affermazione sul territorio dell’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano. Tra gli arrestati professionisti della finanza e un carabiniere. Cinque gli arresti in carcere, altrettanti gli ordini di presentazione alla polizia giudiziaria e all’obbligo di dimora nel Comune in cui abitano. Nei confronti dei destinatari della misura restrittiva, nonchè di numerosi altri beneficiari di finanziamenti erogati per fronteggiare l’emergenza Covid, il Gip ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, della somma di 380 mila euro, profitto dell’attività posta in essere. In azione oltre 100 uomini del Servizio centrale operativo della Questura di Catania e del Reparto prevenzione crimine. In carcere: Paolo Marragony 50 anni, Alessandro Mirabella, 62 anni, Andrea Pappalardo, 46 anni, Michele Adolfo Valerio Pilato, 65 anni, Gabriele Santapaola, 39 anni, esponente di rango del clan. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alle truffe aggravate ai danni dello Stato, all’indebita percezione di erogazione in danno dello Stato ed ai delitti di falso in scrittura privata, falso ideologico in atti pubblici nonchè altri delitti contro la fede pubblica, con l’aggravante, per i soli arrestati di aver agito anche al fine di agevolare l’associazione mafiosa Santapaola-Ercolano.
Il provvedimento restrittivo, emesso sulla base delle risultanze delle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia è frutto di una complessa ed articolata attività investigativa, condotta tra il marzo 2021 ed il novembre dello stesso anno, che ha accertato numerosi casi di falso e di indebita percezione di contributi pubblici consistenti in finanziamenti di vario genere erogati da istituti bancari e garantiti dallo Stato in forza del Decreto liquidità emanato per fronteggiare l’emergenza economica conseguita alla pandemia da Covid. Tali finanziamenti garantiti dallo Stato, secondo quanto emerso dalle indagini, venivano erogati sulla base di documentazione falsa e presentata da soggetti che non avevano i presupposti di legge.
Al vertice dell’associazione criminale, composta, tra gli altri, da vari professionisti del settore, vi sarebbero il funzionario di un noto istituto di credito catanese Alessandro Mirabella e il direttore generale della Co.Fi.San. Consorzio Fidi Andrea Pappalardo, i quali avrebbero promosso ed organizzato l’attività. Gli indagati, sfruttando anche la semplificazione procedurale sancita dalla legislazione d’urgenza, concernente le procedure per la concessione del finanziamento garantito a imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti titolari di partita Iva, avrebbero assicurato a beneficiari compiacenti l’accesso ai predetti finanziamenti, istruendone la relativa pratica sin dalla predisposizione della falsa documentazione reddituale ai fini dell’indebita erogazione del contributo. Un ruolo centrale sarebbe stato rivestito dal Pappalardo che, grazie all’incarico apicale svolto nel consorzio, avrebbe convogliato le istanze prodotte dai vari professionisti verso dirigenti di istituti di credito compiacenti come Mirabella, il quale, a sua volta, avrebbe assegnato tali pratiche a fidati funzionari della banca, che, dietro indebito pagamento di una somma di denaro, le avrebbe deliberate positivamente o, qualora irrimediabilmente viziate, ne avrebbe consigliato il ritiro così da poter essere ripresentate una volta rettificate.
Rilevate numerose difformità con riguardo alla documentazione inerente almeno 13 istanze di contributi garantiti, così determinando l’indebita erogazione di finanziamenti garantiti per la somma complessiva di circa 380.100 euro. Pertanto, nei confronti dei 10 destinatari della misura restrittiva, nonchè di ulteriori 15 indagati, beneficiari compiacenti degli indebiti finanziamenti, per la maggior parte titolari di esercizi commerciali, il Gip ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente. I destinatari della misura cautelare in carcere sono stati rintracciati nella mattinata odierna e tradotti in carcere, ad eccezione di Santapaola, già detenuto per altra causa, al quale il provvedimento è stato notificato presso la Casa Circondariale presso cui è attualmente recluso.
Obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria e obbligo di dimora per Alberto Angelo Casisi, 32 anni di Catania, Paolo D’Angelo, 62 anni di Catania, Concetto Massimino, 56 anni di Viagrande, Paolo Monaco, 38 anni di Catania e Claudio Nicotra, 46 anni di Catania. Gli indagati sono 26
Andrea Pappalardo e Alessandro Mirabella sono funzionari di Unicredit banca, Angelo Casisi, Paolo Monaco, Michele Adolfo Valerio Pilato e Claudio Nicotra sono i commercialisti che attraverso Pappalardo che coordinava l’attività reperivano clienti a nome dei quali proporre richieste di finanziamento garantito. Gli altri sono imprenditori.