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Traffico di droga all’ombra di Cosa Nostra, 25 arresti: cantante neomelodico in manette (vd e ft)

Su delega della Procura della Repubblica di Catania, i finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale etneo nei confronti di 25 persone (21 ristrette in carcere e 4 agli arresti domiciliari) indagate, a vario titolo, per associazione finalizzata al […]

Pubblicato 4 anni fa

Su delega della Procura della Repubblica di
Catania, i finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di
Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Gip
del Tribunale etneo nei confronti di 25 persone (21 ristrette in carcere e 4
agli arresti domiciliari) indagate, a vario titolo, per associazione
finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana,
hashish e “crack”) aggravata dalla finalità di agevolare il clan mafioso
“Santapaola-Ercolano” e dalla detenzione di armi. Contestualmente, è stato
eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per sproporzione di
una ditta individuale per un complessivo valore di 200 mila euro.

Questi i destinatari della misura cautelare (in carcere): Salvatore Amato, nato a Catania l’11.06.1998; Salvatore Catania, nato a Catania il 27.10.1983; Cristoforo Crisafulli, nato a Catania il 12.04.1983; Gaetano Dammone Sessa, nato a Catania il 09.10.1989; Antonino Fuselli, nato a Catania il 04.07.1974; Catello Gargiulo, nato a Castellammare di Stabia  il 28.06.1974; Antonino Mirko Guglielmino, nato a Catania il 07.05.1992; già recluso presso la casa circondariale di Catania Bicocca; Alfio Giuseppe Maggiore, nato a Catania il 02.07.1988; Silvana Mirabella, nata a Catania 02.01.1980; Giovanni Papa, nato a Riposto il 04.06.1973; Angelo Pasqualino, nato a Catania il 15.11.1982; Klodian Shkrela, nato in Albania il 15.05.1984; Rodolf Sotiri, nato in Albania il 03.03.1975, alias Sotiri Rudolf (Albania (03.03.1975), alias Agalliu Elton (Albania 23.09.1974); Sebastiano Sozzi, nato a Catania il 01.07.1982; Roberto Spampinato, nato a Catania il 30.09.1971; Giovanni Nicolò Straniero, nato a Catania il 06.12.1991; Maurizio Valenti, nato a Catania l’11.02.1974; Giuseppe Vasta, nato a Catania il 13.01.1988; già recluso presso la casa circondariale di Agrigento; Agatino Maurizio Ventimiglia, nato a Catania il 15.12.1974; Fortunato Vitale, nato a Castellammare di Stabia il 08.06.1973; Maurizio Vitale, nato a Castellammare di Stabia il 27.06.1987. Domiciliari: Cristofaro Angelo Fuselli, nato a Catania il 02.10.1957; già recluso presso la casa circondariale di Augusta; Antonio Pane, nato a Castellammare di Stabia (NA) il 05.03.1987; Francesca Patrocelli, nata a Catania il 06.08.1985; Carmelo Straniero, nato a Militello in Val di Catania il 09.05.1971.

Operazione Shoes, la retata, le foto, e le intercettazioni

L’investigazione condotta dal Nucleo di Polizia
economico- finanziaria di Catania e coordinata da questa Procura Distrettuale, è
convenzionalmente denominata operazione “Shoes” per l’utilizzo, tra le tante,
quali parole convenzionali, di noti brand di scarpe per comunicare i
quantitativi di droga da movimentare.

La meticolosa indagine dei Finanzieri del Gico di
Catania (Gruppo operativo antidroga, G.O.A.), consentiva di pervenire, tra
gennaio 2017 e novembre 2018, a ripetuti riscontri dell’operatività di
molteplici gruppi criminali organizzati (catanesi riforniti da formazioni
criminali campane, albanesi, calabresi e laziali) attraverso l’arresto in
flagranza per traffico di stupefacenti di 6 soggetti e al contestuale
sequestro, in più frangenti, di oltre 4 kg di cocaina, 52 kg di marijuana e 25 kg
circa di hashish. Gli stupefacenti sequestrati, destinati al mercato della
Sicilia orientale, avrebbero fruttato alle strutturate compagini criminali
etnee proventi per 2,5 milioni di euro.

Nel dettaglio, l’indagine dei Finanzieri del Gico
di Catania trae la sua origine dallo sviluppo diretto delle evidenze emerse in
un distinto procedimento penale (Operazione “Stop and go”, Guardia di Finanza
Catania) che portò, nel maggio 2019, all’esecuzione di un’ordinanza di misure
cautelari in carcere emessa dal Gip del Tribunale etneo nei confronti di 16
persone espressione di due distinte compagini associative, aventi la loro base
operativa a Catania con ramificazioni attive in Italia (Torino, Siena e Reggio
Calabria) e all’estero (Spagna e Sud America).

L’odierna operazione “Shoes” ha permesso di
tracciare con dovizia i traffici criminali condotti da due associazioni armate
finalizzate al traffico di stupefacenti, una delle quali operativa anche allo
scopo di agevolare Cosa Nostra etnea (gruppo criminale “Ottantapalmi” poi
assorbito dai “Nizza”) mediante la destinazione di parte dei proventi illeciti
alle famiglie dei detenuti.

Operazione “Shoes”, maxi-blitz a Catania, 25 arresti

Il primo sodalizio era capeggiato da Giuseppe
Vasta,
32 anni, già noto alle cronache giudiziarie per essere stato arrestato, nel
quartiere Zia Lisa, con 1,3 kg di cocaina celata tra salumi nonché per la
detenzione illegale di un’arma clandestina e munizioni; Vasta rappresentava, nella
citata operazione “Stop and go”, uno dei principali collettori di rilevanti
quantitativi di hashish ed eroina forniti dai fratelli Alfio Giuseppe Maggiore,
32 anni, detto “Graziano” (cantante neomelodico catanese noto per i suoi pezzi
in napoletano), Giuseppe e Orazio Valentino Maggiore per essere poi rivenduti all’ingrosso
ai fornitori di piazze di spaccio nei quartieri catanesi di Librino, San
Cristoforo e Villaggio Sant’Agata. Tra il gennaio e il giugno 2017, Giuseppe Vasta,
soprannominato “Bakù” dai fornitori partenopei in onore di una nota piazza di
spaccio di Scampia (chalet Bakù), promuoveva e dirigeva l’associazione
attraverso la collaborazione di “Graziano” Maggiore, dei suoi cognati Agatino
Maurizio Ventimiglia, 46 anni e Giovanni Papa, 47 anni, di Cristoforo Crisafulli,
37 anni, detto “Cristian”, i quali curavano sia la fase di reperimento ed
acquisto dello stupefacente dai fornitori che quella successiva di vendita nel
territorio di Catania. Anche durante il periodo di detenzione in carcere, Vasta,
come palesato in alcune delle conversazioni telefoniche intercettate, per il
tramite della consorte, impartiva precise direttive per la prosecuzione dei
suoi illeciti traffici. 

Il gruppo “Vasta” si approvvigionava
stabilmente, mediante collaudati sistemi di comunicazione tesi a eludere anche
eventuali intercettazioni telefoniche in atto, dalle seguenti formazioni
criminali:

un sodalizio operante a Castellammare di Stabia
(Na) per la fornitura di cocaina, costituita da Catello Gargiulo,
46 anni, detto “Nello Marijuana”, Maurizio Vitale, 33 anni, Fortunato Vitale,
43 anni e Antonio Pane, 33 anni; quest’ultimo, oggi ristretto agli arresti
domiciliari, veniva arrestato in flagranza di reato (nell’aprile del 2017)
all’uscita dal casello autostradale di Acireale quando, dopo l’intimazione dell’alt
imposto dalla pattuglia dei Finanzieri operanti, provava a celare, lanciandoli
dal finestrino del veicolo di cui era alla guida, due involucri scuri contenenti
2 kg di cocaina. Altro arresto in flagranza e contestuale sequestro di kg.2 di
cocaina, concreta evidenza dell’operatività della rodata catena di fornitura,
avveniva nel luglio del 2017, presso il casello autostradale di San Gregorio di
Catania, quando uno dei corrieri dell’organizzazione veniva sorpreso a
trasportare in un “doppio fondo” di un’autovettura il prezioso carico;

un secondo canale di fornitori, stanziati tra
Scordia e Militello in Val di Catania, era rappresentato da Carmelo Straniero,
49 anni, Giovanni Nicolò Straniero, 29 anni e Gaetano Dammone
Sessa, 31

anni, trafficanti di marijuana. Nel settembre
2017, sulla strada provinciale 69 direzione Catania, a riscontro
dell’operatività del citato gruppo di fornitori a favore del sodalizio
capeggiato da Vasta, veniva arrestato in flagranza un corriere catanese che
trasportava oltre 10 kg di marijuana nascosti nel portabagagli di un’autovettura
presa a noleggio;

un’ulteriore catena fornitrice aveva la sua
base logistica nel Lazio ed era rappresentata da due soggetti di nazionalità
albanese – Klodian Shkrela, 36 anni e Rodolf Sotiri,
45 anni – che unitamente a Salvatore Catania, 37 anni, trasportavano a
beneficio degli uomini di Vasta rilevanti quantitativi di marijuana e hashish.
Due le operazioni di riscontro concluse, su questo fronte, dai Finanzieri del
Nucleo P.E.F. di Catania: nel settembre del 2018, al casello autostradale di
San Gregorio di Catania, arresto di un responsabile e sequestro di kg.25 circa
di hashish occultati a bordo di un autoarticolato tra pedane e bancali di
legno; a fine novembre del 2018, arresto di 2 corrieri catanesi e sequestro di
kg.42 di marijuana rintracciata nel bagagliaio della loro autovettura fermata
all’uscita dell’autostrada Messina- Catania.

Ulteriore formidabile attività di riscontro
della disponibilità di armi da parte del Gruppo “Vasta” veniva messa a segno
nel settembre del 2017, quando, i Finanzieri del Gico, nel quartiere di San Berillo
Nuovo (Corso Indipendenza, Catania), arrestarono 2 soggetti in possesso di un
arsenale costituito da un fucile mitragliatore Ak 47 kalashnikov, 3 revolver, 1
pistola semiautomatica e circa 500 cartucce di vario calibro, alcuni
passamontagna e oltre un chilo di marijuana.

Il secondo focus investigativo dell’operazione
“Shoes” era rappresentato dall’associazione armata capeggiata da Sebastiano
Sozzi,
38 anni), detto “Davide”, promotore e coordinatore di un’attività di spaccio di
stupefacenti nel territorio di Catania, il quale si procurava cocaina e “crack”
da fornitori catanesi e calabresi e gestiva la lucrosa attività unitamente alla
moglie Silvana Mirabella, 40 anni, incaricata della contabilità dei crediti
vantati nei confronti degli acquirenti e della suddivisione in dosi. Altri
sodali del gruppo “Sozzi”, tutti destinatari dell’odierna misura cautelare,
erano Francesca Patrocelli, 35 anni, con il ruolo di
magazziniere, Antonino Mirko Guglielmino, 28 anni, detto “Nino Coccolino”,
organizzatore della fiorente piazza di spaccio di via Alogna (Quartiere San
Cristoforo, Catania), Salvatore Amato, 22 anni; Roberto Spampinato, 49 anni;  Antonino Fuselli, 46 anni e Angelo Cristofaro,
63 anni, con lo specifico ruolo di “broker” nell’acquisizione e rivendita
all’ingrosso e al dettaglio degli stupefacenti oltreché di recupero di
eventuali crediti da forniture di stupefacenti scaduti e non saldati. Al
sodalizio prendevano parte anche Angelo Pasqualino, 38 anni, detto “Angelo il
palermitano”, e Maurizio Valenti, 46 anni, quali stabili fornitori.   

I proventi del traffico di stupefacenti, oltre
che essere ripartiti tra gli affiliati in relazione alle mansioni svolte, erano
destinati da Sozzi anche alle famiglie di alcuni affiliati in carcere del
gruppo mafioso catanese di cui questi, per sua stessa ammissione, faceva parte,
ovvero il clan “Santapaola – gruppo Nizza”.

Numerose le conversazioni intercettate nelle quali Sozzi, contrariato dalla gestione non adeguatamente redditizia della succitata via Alogna da parte di Guglielmino e successivamente preoccupato per il suo arresto avvenuto nel febbraio del 2018 per spaccio di cocaina, palesava la necessità di affidare la piazza a soggetti in grado di garantire introiti superiori anche per sostenere adeguatamente le famiglie dei detenuti i quali, all’atto della loro carcerazione, avevano in Sozzi riposto la fiducia affidandogli il controllo delle loro piazze.

Operazione Shoes, la retata e le intercettazioni

Tra questi detenuti figuravano, tra gli altri, Salvatore
Amato, 65 anni, detto “Turi Amato”, storico esponente di spicco del clan
Santapaola, reggente del gruppo “Ottantapalmi”, coniugato con Grazia Santapaola,
63 anni,  cugina di primo grado del boss
“Nitto” Santapaola; Alfio Amato, 40 anni, figlio dei predetti, anch’egli
esponente di rilevo del clan Santapaola e Francesco Scuderi,
detto “Niculitto”, genero dei coniugi Amato-Santapaola. “Turi” Amato, storico
capo del gruppo degli “Ottantapalmi”, aveva gestito, tra le altre, la piazza di
via Alogna e i ricavi dello spaccio erano sempre stati destinati dagli Amato al
mantenimento dei detenuti del gruppo ed alla cassa comune del clan mafioso.

Gli odierni provvedimenti cautelari sono completati
dall’esecuzione della misura reale del sequestro preventivo finalizzato alla
confisca di sproporzione adottata nei confronti di Giuseppe VASTA della ditta
Individuale Giuffrida Isabella, denominata “Bar Rocher”, avente la sua sede d’esercizio
a Catania in via Acquicella, attività intrapresa nel gennaio del 2018.

Nell’ultimo decennio, il nucleo familiare di Vasta ha conseguito e dichiarato un reddito complessivo di circa 6 mila euro assolutamente non adeguato a fronteggiare le spese sostenute in ragione delle quali viene in rilievo una complessiva sproporzione di circa 350.000 euro rappresentata dagli specialisti delle Fiamme Gialle quale prima significativa traccia dell’avvenuta immissione nel circuito legale di capitali di illecita provenienza.

Operazione Shoes, le dichiarazioni del procuratore capo Zuccaro

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