Licata: Balsamo, dal Comitato al Palazzo
di Gaetano Cellura
Cinquanta passi separano il comitato elettorale di Angelo Balsamo dal Palazzo di Città. Non solo dovrà compierli con prudenza – e alludiamo alle richieste di alleanze, di adesione al suo progetto che gli arrivano dai partiti del centrodestra che ancora non ne fanno parte e che il candidato sindaco deve ben valutare – ma li troverà irti di ostacoli, viste le condizioni oggettive della città, mai così gravi, e che dovrà superare con proposte di governo sin da ora fattibili.
Non basta più per Licata il tradizionale libro dei sogni di ogni campagna elettorale, di programmi di governo bruciati, tutte le volte, nel falò delle illusioni. Balsamo è caricato di responsabilità perché tanti sono i problemi della città e tante le aspettative riposte dagli elettori sulla sua candidatura. Ѐ il primo a esserne consapevole; e quando dice ai suoi alleati di centrodestra, quelli ancora incerti se sostenerlo o meno, troverete la porta aperta della coalizione ma a condizione che non ci sono poltrone da spartire e solo una montagna di problemi da condividere, quando dice questo, senza giri di parole ma con la schiettezza politica che il momento richiede, lancia a tutti (anche ai suoi sostenitori della prima ora) un messaggio chiaro di responsabilità. C’è solo da lavorare. Per togliere la spazzatura dalle strade, per rivedere la Differenziata, per rileggere con occhi attenti e mente lucida il contratto di esternalizzazione del servizio dei rifiuti, per evitare che situazioni come quelle – di danno ambientale e di offesa al decoro pubblico degli ultimi mesi – possano ripetersi.
Ma i cinquanta passi che il candidato sindaco Angelo Balsamo dovrà percorrere dal proprio Comitato al Municipio presentano difficoltà ancora più importanti. Le montagne di spazzatura nelle strade sono solo la punta dell’iceberg dei problemi cittadini. La sua parte visibile. Sotto ci sono i 62 milioni di debiti del Comune, una burocrazia dell’ente ridotta all’osso. Un sistema di città collassato o vicino al collasso. Una situazione per nulla paragonabile a quella che lo stesso Balsamo ha lasciato nove anni fa, quando ha dovuto dimettersi da sindaco. E cui si è aggiunto il costante declino degli ultimi cinque anni. In tutti i settori della vita pubblica.
Cosa farà – lui o chi ha oggi, in questa competizione, la possibilità di misurarsi con lui – di fronte alla gravità di una crisi di sistema di cui non si ricordano precedenti? Si aspettano risposte, da tutti i candidati, perché tutti sono in corsa e nessuno ha ancora vinto, sull’attuale piano di rientro dai debiti che non ha inciso sul dissesto del Comune, su una burocrazia non da riformare o riqualificare (fosse così, sarebbe già un vantaggio): ma da rimpolpare di energie fresche e da assumere (con quali soldi?) e poi su cosa decidere riguardo – vi torniamo – al punctum dolens della gestione dei rifiuti. Resterà privata o tornerà pubblica? E nella seconda opzione: con quali risorse umane, essendo poche ormai quelle alle dipendenze del Comune?
Bene ha fatto dunque l’avvocato Balsamo a parlar chiaro martedì sera ai propri alleati e segnatamente a quelli probabilmente in arrivo. Nessun posto al sole da chiedere, ma un duro lavoro da condividere. Per la città e al suo esclusivo servizio.