Amerigo Vespucci, anche il generale agrigentino Portolano a Porto Empedocle
Il generale agrigentino, Capo di Stato maggiore della difesa, ha deposto una corona di fiori in memoria dei caduti
C’era anche il generale agrigentino Luciano Portolano, Capo di Stato maggiore della difesa, in visita a Porto Empedocle per l’arrivo della nave Amerigo Vespucci. Portolano, al vertice delle forze armate in Italia, ha voluto deporre una corona di fiori in memoria dei caduti, accompagnato dal prefetto Salvatore Caccamo e dai sindaci di Agrigento e Porto Empedocle.
Il generale agrigentino, dopo aver salutato i militari presenti alla cerimonia, ha ringraziato i cittadini presenti per il sostegno che danno alle forze dell’ordine. Poi la visita presso la nave Amerigo Vespucci ormeggiata al porto di Porto Empedocle nella banchina Todaro.
CHI È LUCIANO PORTOLANO
Il generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, 64 anni domani, nativo di Agrigento, nuovo capo di stato maggiore della Difesa, ha iniziato la sua carriera frequentando il 161esimo Corso dell’Accademia Militare di Modena e, successivamente, numerosi altri corsi in Italia e all’estero. Laureato in Scienze strategiche a Torino, Master in Gestione integrata e sviluppo delle risorse umane e di secondo livello in Scienze strategiche, ha partecipato a numerose operazioni e missioni all’estero. Tra il 1990 e il 1991, con il grado di capitano, prende parte alla missione Unimog, al confine tra Iran e Iraq, nata con lo scopo di monitorare la zona cuscinetto e il rispetto del cessate il fuoco tra i due Stati. Nel 1991, a seguito degli eventi della prima Guerra del Golfo, viene trasferito dalle Nazioni Unite al confine tra Iraq e Kuwait, per partecipare alla missione Unikom, stabilita per creare e monitorare la zona demilitarizzata tra i due Paesi. Nel 1999, con il grado di tenente colonnello in qualita’ di comandante del 67esimo battaglione bersaglieri, prende parte alle operazioni Nato “Joint Guarantor” in Macedonia e all’operazione Joint Guardian” in Kosovo. Nel 2003, con il grado di colonnello, al comando del 18esimo reggimento bersaglieri, partecipa all’Operazione “Antica Babilonia 1”, in Iraq, nuovamente al comando delle Early entry forces del dispositivo nazionale, schierato a seguito degli eventi connessi con la seconda Guerra del Golfo e con la relativa risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che sollecitava la comunita’ internazionale a contribuire alla stabilita’ e alla sicurezza del Paese iracheno. Da comandante della brigata meccanizzata “Sassari” nel grado di generale di Brigata, tra il 2011 e il 2012 e’ inviato in Afghanistan per assumere la guida del Comando multinazionale RC-W (Regional Command-West) nell’ambito dell’operazione Nato-Isaf. Con il grado di generale di Divisione, nel 2014, viene nominato dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, head of mission e force commander della missione Unifil in Libano, incarico che lo vede per due anni alla guida di piu’ di 10mila caschi blu delle Nazioni Unite provenienti da 40 Paesi diversi, impegnati nel monitorare la cessazione delle ostilita’ tra Libano e Israele. Il 2 settembre 2019, il generale Portolano viene designato quale comandante del Comando operativo di vertice interforze (Coi), Comando responsabile dell’organizzazione militare e in particolare della pianificazione, della predisposizione e dell’impiego delle forze armate in tutti i teatri operativi: oltre a cio’, pianifica e dirige le attivita’ che la Difesa ha messo in campo nell’ambito della risposta nazionale all’emergenza Covid. A partire dal 26 luglio 2021, a seguito di adeguamento dell’architettura organizzativa della Difesa assume l’incarico di comandante del Covi (Comando operativo di vertice interforze), rivestendo la quarta stella funzionale per la rilevanza dell’incarico e in virtu’ delle nuove mansioni acquisite. In tale veste, coordina e dirige l’operazione “Aquila Omnia”, per l’evacuazione dei concittadini e del personale civile afgano dall’aeroporto di Kabul nell’agosto del 2021. A far data dal 9 ottobre dello stesso anno, il generale Portolano diventa segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti.