Porto Empedocle, “occupazione abusiva”: dissequestrato stabilimento balneare
Il gip del Tribunale di Agrigento Alessandra Vella, accogliendo l’istanza avanzata dall’avvocato Lorena Tacci, ha disposto il dissequestro di uno stabilimento balneare di Porto Empedocle sito sul lungomare Nettuno oggetto nello scorso aprile di decreto preventivo di sequestro eseguito dalla Capitaneria di Porto Empedocle. L’ipotesi di reato contestata alla titolare, una cinquantenne empedoclina, è occupazione […]
Il gip del Tribunale di Agrigento Alessandra Vella, accogliendo l’istanza avanzata dall’avvocato Lorena Tacci, ha disposto il dissequestro di uno stabilimento balneare di Porto Empedocle sito sul lungomare Nettuno oggetto nello scorso aprile di decreto preventivo di sequestro eseguito dalla Capitaneria di Porto Empedocle. L’ipotesi di reato contestata alla titolare, una cinquantenne empedoclina, è occupazione abusiva di un’area demaniale.
Alla base del sequestro preventivo, secondo la ricostruzione accusatoria, ci sarebbero stati il mancato rinnovo della concessione demaniale e la realizzazione di opere di ripristino che non sono mai state effettuate. Il sequestro è poi scattato poiché si è ritenuto che “la libera disponibilità dell’immobile potesse aggravare o protrarre le conseguenze dei reati ipotizzati”.
Tutti elementi contestati dalla difesa della cinquantenne poiché la richiesta di rinnovo della concessione demaniale è tutt’ora pendente e dunque potrebbe ancora oggi intervenire. La messa in ripristino, invece, non modificherebbe la struttura. Peraltro, ha sottolineato la difesa, è venuta meno anche una delle ragioni cautelari alla base del sequestro (l’ipotesi di reiterazione del reato) in conseguenza dell’emergenza coronavirus che di fatto ha imposto la chiusura della struttura e, dunque, non operativa. Pertanto il giudice ha accolto il ricorso e disposto il dissequestro della struttura.