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La casa di campagna di Sciascia diventa oasi di ricordi familiari e amicali

Nella casa di contrada Noce, Leonardo Sciascia vi elesse la sua residenza

Pubblicato 3 anni fa

Siamo al secondo anno consecutivo e tutto lascia prevedere che questo incontro in contrada Noce venga “istituzionalizzato” dall’attuale amministrazione di Racalmuto guidata dal sindaco Vincenzo Maniglia collaborato dall’assessore alla cultura Enzo Sardo.

E sono appunto gli stessi amministratori a ricordare come la “burocrazia” comunale per allestire questo evento, velocizzi talmente, in nome di Sciascia, gli iter cartacei tanto da solleticare la gelosia di altri assessorati.  

Nella casa di contrada Noce, Leonardo Sciascia vi elesse la sua residenza e oggi il nipote Vito Catalano può testimoniare che quasi tutti i suoi libri Sciascia li scrisse nella quiete di questa straordinaria campagna racalmutese. Una quiete che, come sappiamo, era rotta spesso dal pellegrinaggio di politici, amici e gente comune.

Dopo anni di chiusura, dall’anno scorso la quiete di questa Contrada è rotta dall’affabulare dei familiari, degli amici ed estimatori  invitati a ricordare lo scrittore con l’ausilio del nipote Vito, sempre prodigo di aneddoti e particolari sfuggiti alle cronache del tempo e che rinvigoriscono il profilo anche privato di uno scrittore che, ovvio affermarlo, ci manca e ci chiama alla testimonianza. 

Ieri sera, ai ricordi sciasciani erano presenti numerosi eredi e familiari dello scrittore insieme a vecchi e giovani amici ed estimatori, giornalisti e scrittori, fra tutti Matteo Collura autore di una ormai storica biografia di Sciascia che spesso viene compulsata dal giornalista e critico letterario Salvatore Ferlita, come lo stesso ha lealmente confermato nel corso del suo interessante intervento con riferimento ai trasformismi italo-siculi e alle connotazioni di pessimismo antropologico.

Il medico-scrittore Salvatore Nocera Bracco ha letto poi una novella di Sciascia , “Il 48”, mentre Carla Carafa e Adele Troisi si sono impegnate  nella lettura,  rispettivamente di “Azzalora” e di un articolo che Sciascia aveva scritto nel 1954.

Eccezionale l’intervento dell’attore Gianfranco Iannuzzo che dopo aver delineato un suo personale ricordo dello scrittore vi ha aggiunto una delle sue performances dove la “Girgenti amore mio” si mescolava inevitabilmente alla simbiosi di una Racalmuto da amare nel nome di Sciascia.

Il sottofondo di un trio musicale composto da Gaetano Lauricella, Luigi Sferrazza e Salvatore Macaluso (violino, pianoforte e clarinetto) hanno accompagnato l’evento tenendolo al riparo dai sinedri della chiacchiera.

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