La mafia di Santa Margherita Belice, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia
Nell’inchiesta sulla mafia di Santa Margherita Belice sono confluite anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia che ben hanno descritto il contesto
Nell’inchiesta sulla mafia di Santa Margherita Belice, che ha portato all’arresto di cinque persone facendo luce sugli interessi della locale cosca sui terreni agricoli della zona, sono confluite anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia che ben hanno descritto il contesto. Si tratta di Calogero Rizzuto, già al vertice del mandamento mafioso di Sambuca, e Vito Bucceri, membro della famiglia mafiosa di Menfi. Calogero Rizzuto è stato sentito dagli inquirenti nel settembre 2022.
Ecco le sue dichiarazioni: “Le spartizioni dei terreni per il pascolo risalgono a tempi antichi. Un nuovo pastore può inserirsi solo se gli danno il permesso e non disturba nessuno. Deve andare da chi gestisce la famiglia mafiosa e chiedere il permesso; inoltre non deve disturbare gli altri pastori già presenti, anche se non sono appartenenti alla famiglia mafiosa. I pastori andavano a parlare con i proprietari dei terreni per fare pascolare gli animali egli davano soldi o formaggi in cambio) non penso vi fossero accordi scritti. Se i proprietari non avessero dato il terreno per il pascolo ai pastori, avrebbero usato la forza. Funziona così anche se nel mio periodo di reggenza non è successo. Se il terreno cambiava destinazione d’uso, cosa che si deva fare per forza periodicamente, il proprietario era libero di farlo senza chiedere ai pastori, ma magari poi ne piangeva le conseguenze; sicuramente avrebbe subito qualche azione, gli tagliano viti o altro. Non se la tengono; chi comanda nel senso mafioso non se la tiene.” Rizzuto, nel dettaglio, descriveva le figure degli indagati Campo e Ciaccio: “I pastori maggiori dell’epoca nella zona erano Sparacino, Campo e Ciaccio. Cercavano di mettersi d’accordo ma c’era sempre qualche discussione,· capitava che chiedevano un mio intervento ad esempio Salvatore Sparacino mi chiamava perché loro sconfinavano e io parlavo con Pasquale Ciaccio. Venivano da me perché avevo un ruolo di comando nell’organizzazione mafiosa ma con Ciaccio Pasquale non era.facile perché aveva i paraocchi e finiva che sul terreno a pascolare che ci andava lo stesso.”
Nello stesso periodo è stato sentito anche Vito Bucceri, già esponente della mafia di Menfi, oggi collaboratore di giustizia: “Ogni pastore ha la sua zona e chi ha “potere” decide. Ha “potere” chi ha possibilità di comandare, ovviamente nel senso mafioso. Funziona così in tutti i lavori e in tutti i settori. d esempio, se io compro una vendemmiatrice a Menfi e decido di andare fuori dal mio territorio, se non conosco qualcuno non ci posso andare né posso fare un lavoro più grande di quello autorizzato; e devo sempre lasciare una mazzetta a chi comanda nel territorio. Questo vale per tutto: pecore, edilizia ecc. Non ho mai visto un muratore lavorare fuori provincia senza pagare. Nel territorio di Santa Margherita comandavano Ciaccio e Campo. Funziona che chi ha le pecore va a parlare con il proprietario del terreno per chiedere di pascolare e se gli dicono di si gli viene regalato magari un formaggio e tra di loro si mettono d’accordo bonariamente. Se il proprietario del terreno dice di no, gli tagliano le viti. I proprietari dei terreni nella divisione dei pascoli1 non contano niente. Devono ringraziare se gli danno il formaggio. Un pastore nuovo che vuole iniziare a pascolare nella zona può farlo ma non deve pestare i piedi ai mafiosi, se è vicino ai mafiosi si mettono d’accordo. Lo decide l’associazione che è come la legge sul territorio. Non esiste offrire un’offerta più alta per pascolare al posto di un altro, nel senso che non accade perché non può accadere. Nessuno toglie il terreno se no si pagano le conseguenze. Mai nessuno si ribella, si fanno solo denunce contro ignoti. E’ chiaro che se i pastori prendono terreni per pascolare senza pagare ci guadagnano; i proprietari dei terreni non si lamentano, anche perché hanno paura e magari piangono dietro. Ciaccio e Campo vanno dove vogliono. A Campo non si dice di no, nessuno parla perché hanno paura, basta che si presentano loro, gli dicono di si. Se non lo fanno, si piangono le conseguenze.”