Giudiziaria

Maxi inchiesta sui diplomi facili, parte del processo si sposta a Catania 

L’indagine ipotizza un giro di diplomi “facili” ottenuti grazie a falsificazioni e alterazioni di percorsi scolastici mai avvenuti

Pubblicato 2 anni fa

Una parte del processo si sposterà a Catania. Lo hanno stabilito i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, mettendo fine ad una lunga questione di competenza territoriale che aveva chiamato in causa anche la Cassazione. Il processo è quello scaturito dalla maxi inchiesta Diplomat, l’indagine che ipotizza un giro di diplomi e titoli di studio “facili” ottenuti grazie a falsificazioni e alterazioni di percorsi scolastici mai avvenuti.

I reati ipotizzati sono associazione a delinquere, falso e abuso d’ufficio. Tra i promotori della presunta organizzazione c’è anche l’ex deputato regionale Gaetano Cani al quale furono sequestrati circa 300 mila euro in contanti, durante le prime battute delle indagini, nascosti in una scatola di scarpe.

A distanza di un anno e mezzo dai 99 rinvii a giudizio disposti dal gup Francesco Provenzano non si è ancora celebrata la prima udienza. Questo perché si è creata una questione su dove si dovesse celebrare il processo: ad Agrigento o Catania. Sotto la lente degli inquirenti agrigentini sono finiti alcuni istituti scolastici di Canicattì, Licata e Acireale. Il 21 dicembre, dopo diciotto mesi, prenderà il via la prima udienza con l’apertura del dibattimento e l’escussione dei primi testimoni. 

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