Giudiziaria

Messina Denaro, disposto il carcere per l’autista del boss

Custodia cautelare in carcere per Giovanni Luppino

Pubblicato 1 anno fa

Il Gip Fabio Pilato, accogliendo la richiesta del Pm della Dda di Palermo Piero Padova, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Giovanni Luppino, l ‘agricoltore di olive che ha fatto l’autista al boss Matteo Messina Denaro e che è stato arrestato lunedì insieme al capomafia.

Ieri durante l’interrogatorio di garanzia Luppino, difeso dall’avvocato Giuseppe Ferro, aveva cercato di sminuire il proprio ruolo: “A me e’ stato presentato come Francesco, cognato di Andrea Bonafede. E’ stato quest’ultimo a presentarmelo e – riferisce il legale riportando alcuni passaggi delle risposte di Luppino – per spirito di solidarieta’ mi sono prestato ad accompagnarlo a Palermo per la seduta di chemio”. Ma per i pm che coordinano le indagini il suo e’ stato un ruolo tutt’altro che inconsapevole. Al gip che gli aveva chiesto se lo avrebbe accompagnato ugualmente sapendo la reale identita’ il legale riferisce che Luppino ha risposto: “solo un pazzo poteva accompagnarlo sapendo che era Matteo Messina Denaro. Per me era Francesco e’ solo lunedi’ al momento del blitz dei carabinieri mi e’ stato detto chi fosse”. Il legale di Luppino annuncia che sara’ proposto ricorso al Tribunale del riesame.

Subito dopo il suo arresto, lunedì mattina, alla clinica Maddalena di Palermo, il boss Matteo Messina Denaro avrebbe detto al suo autista, Giovanni Luppino “E’ finita”. A raccontarlo, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare visionata dall’Adnkronos, è lo stesso commerciante di olive finito in carcere con il capomafia. Luppino “ha dichiarato di ignorare la vera identità di Messina Denaro – scrive il gip – specificando che, circa sei mesi addietro, il suo idraulico di fiducia, Andrea Bonafede, glielo aveva presentato indicandolo come un suo cognato, di nome Francesco. Dopo quel brevissimo incontro, durato appena una manciata di minuti, non lo aveva più visto né incrociato, fino alla mattina del 16.1.2023 quando il tale Francesco, sedicente cognato di Andrea Bonafede, si era presentato all’alba (ore 5,45 del mattino) per chiedergli la cortesia di accompagnarlo a Palermo, dovendo sottoporsi a delle cure mediche in quanto malato di cancro”. “Luppino ha concluso le sue dichiarazioni sostenendo di essersi reso conto della vera identità di Messina Denaro soltanto a seguito dell’intervento dei Carabinieri, quando aveva chiesto al tale Francesco se cercassero lui, ottenendo in risposta le testuali parole: ”si, è finita”. 

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