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I nuovi indifferenti tacciono sullo sciopero della fame di Davide Tutino  per il referendum pace e sanità

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”

Pubblicato 10 mesi fa

Da due settimane il prof. Davide Tutino è in sciopero della fame per sollecitare attenzione sulla iniziativa referendaria per la pace e la sanità. Nessuno ne parla, quasi un ritorno degli indifferenti della decadenza democratica?  

“Non sempre le iniziative finalizzate alla pace e a favore di una sanità pubblica più rispondente ai bisogni della gente trovano ampie considerazioni da parte dell’opinione pubblica. La battaglia del prof. Tutino merita tanta attenzione e amorevole solidarietà per il suo forte e nobile messaggio. Un poeta nordvietnamita diceva: “La vita è difficile non tanto per colpa dei fiumi e delle montagne, ma perché il nostro animo indietreggia dinanzi ai fiumi ed alle montagne”. Non indietreggiamo dinanzi alle difficoltà che circonda il tema della pace e della sanità. E per questo desidero esprimere il mio sostegno al prof. Tutino per l’iniziativa intrapresa (ma non tanto quando c’è di mezzo la salute) dinanzi al torpore e la neghittosità che caratterizzano l’attività di talune istituzioni. Tuttavia perché la sua azione abbia un valore ed un seguito concreto occorre sensibilizzare la gente per una mobilitazione generale attorno ai problemi evidenziati. Una protesta che merita un’unanime solidarietà”.

Quali segnali mostra la città in vista del 2025 e come sarà impiegata la prima tranche di alcune centinaia di migliaia di euro?

“A mio modo di vedere non riscontro a tutt’oggi segnali nella direzione da te opportunamente evidenziati. Occorre un grande tavolo di lavoro per imprimere una forte carica di partecipazione attiva coinvolgendo le istituzioni, le associazioni sportive e culturali, le forze politiche, i sindacati, la chiesa, le scuole, gli albergatori, i ristoratori, per affrontare insieme un viaggio straordinario per il 2025. Trovare il punto d’incontro per il bene della città e soprattutto a favore della sua immagine storica e millenaria. Al tavolo di lavoro anche i titolari dei servizi pubblici come i trasporti, la pulizia delle strade, la segnaletica stradale, e soprattutto i servizi sanitari. Una sveglia generale che veda in prima linea il sindaco”.

Per adesso solo il Parco archeologico e lo Stable festival di Mario Gaziano hanno ricordato con una tre giorni teatrale l’anniversario della nascita di Pirandello. Lo scrittore sembra inghiottito dal richiamo della Valle dei templi che fa soldi a palate.

“La nostra città ovvero il “paese dei corvi e delle campane a morto” da decenni snobba il suo figlio più noto, lo scrittore e drammaturgo, Luigi Pirandello. Sono finite le stagioni estive con le rappresentazioni teatrali al Caos. Eppure Pirandello rimane il fotografo più autorevole ed attento dell’ambiente e dell’indole girgentina. Nelle sue opere vivono e convivono sentimenti diametralmente opposti: amore e indifferenza. Le belle rappresentazioni al teatro del Caos sono un ricordo come le regie di Andrea Camilleri, Maricla Boggio, di attori ed attrici famosi come Turi Ferro, Paola Gassman, Paola Borboni. Oggi solo Mario Graziano con il suo Stable festival continua a tenere alta l’opera di Pirandello, con impegno e dedizione , seppure con la sensibilità di qualche istituzione come il Parco archeologico e paesaggistico e il Parco letterario. Lascia riflettere l’espressione di “città di Pirandello” che invece di esaltare la grandezza dello scrittore ed evidenziarne le opere, viene ad essere concepito come un alibi per giustificare tutto e il contrario di tutto dove l’illecito diventa lecito e l’assurdo logico. A questo punto ci chiediamo quale ruolo bisogna assegnare a Pirandello e alla sua opera in vista del 2025. Una domanda pertinente per aprire un dibattito”.

Le recenti scoperte archeologiche nella valle sollecitano una maggiore attività di ricerca. Memori del teatro di Akragas ancora introvabile.

“Le recenti scoperte archeologiche, confermano che l’intera Valle dei Templi è un museo di tesori a cielo aperto. Scavare e scoprire i resti dell’antico e glorioso passato ci riportano al periodo greco-romano. Un periodo nel quale Akragas e poi Agrigentum la resero forte, grande ed opulenta. Sotto il terreno si celano le  grandi abitazioni di Terone, Empedocle, Mida, Metello, Carcino, Polo, Antistene, Gellia, Feace e di tanti altri famosi personaggi. Ma la  scoperta che si attende è il ritrovamento dell’antico teatro Tutto dipenderà dai finanziamenti da destinare alla ricerca archeologica”.

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