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Sicurezza, legalità, religiosità: ad Agrigento firmato un nuovo concordato

Diego Romeo e Paolo Cilona conversano nella “Sicilia agrigentina”

Pubblicato 10 mesi fa

Finalmente per quanto riguarda la festa di San Calò  le indicazioni della Questura correggono non solo  le “mistiche esplosioni schizofreniche”del popolino ma anche la dozzinale caccia fotografica a baci e abbracci  al Santo nero (come recenti mostre ci dimostrano). Sicurezza e legalità sono state  coniugate alle espressioni della religiosità e non c’è stato bisogno nemmeno di indagini 5.0….. che invece bisognerebbe applicare per tanti altri aspetti attinenti mondo economico e sanità della “Sicilia agrigentina”.

“Era ora. Finalmente il Santo dei miracoli non sarà più preso di mira o meglio assaltato da gente “arrampicatrice” . Si tratta di una forma di devozione al limite tra il sacro e il profano. Il vero credente si chiude in rispettoso silenzio, che viene accompagnato da una interiore preghiera rivolta al Santo. Il provvedimento adottato dalla Questura ha messo fuori gioco una tradizione dal sapore pagano, dove ad ogni sosta lungo il percorso cittadino, il Santo veniva materialmente aggredito sotto lo sguardo compiacente dei portatori. Le nuove disposizioni hanno reso la festa più sobria e, soprattutto, partecipata dal popolo festante. Sono uscite così dal binario le scene d’isterismo anche se le stesse facevano parte integrante dello spettacolo festaiolo passato”.

La sanità pubblica impensierisce i cittadini anche a causa di una sospetta incapacità degli organi preposti alla tutela. Non si comprende bene perché in certi reparti ospedalieri le apparecchiature lascino a desiderare mentre le equivalenti private sono sempre funzionanti.

“La sanità pubblica purtroppo è aggredita da tanti soggetti ed in particolare da: industriali del farmaco, dagli ordini professionali, dalle cliniche e ospedali privati, dalle farmacie, dal numero chiuso nelle facoltà di medicina, dalle convenzioni con i laboratori privati ecc. ecc. E poi la più grande disgrazia che ha colpito la sanità pubblica è stata la gestione da parte delle regioni. Tante regioni, tante politiche, tanti sprechi, tante lottizzazioni politiche, tanto malcostume. E qui bisogna avviare  una capillare campagna in favore della sanità pubblica gestita direttamente dallo Stato ove le decisioni prese valgano su tutto il territorio, dal Brennero a Lampedusa. Nel privato tutto funziona in quanto foraggiato dal denaro pubblico, mentre nelle strutture pubbliche le apparecchiature segnano il passo. E qui occorre il famoso 5.0 per scoprire le tante magagne a partire dai servizi a domicilio per gli anziani, le dialisi, le ambulanze, le analisi cliniche, visite cardiologiche, urologiche, le fisioterapie, radiografie etc etc.: È venuta l’ora di porre fine allo sfacelo della sanità  pubblica nell’interesse generale della comunità nazionale”.

Proseguono gli spettacoli sul discusso e discutibile Piano San Gregorio sotto i templi, mentre la proposta avanzata dal presidente dell’Akragas di utilizzare lo stadio per adunate canore non ha avuto risposte. Ignorato rimane anche il “teatro di pietra” del Parco dell’Addolorata. Parecchie cose non quadrano.

I nostri appelli si scontrano con i cosiddetti muri di gomma. Le autorità interessate alla gestione dei luoghi fanno come quelle scimmie che non vedono, non sentono e non parlano. La proposta del presidente della squadra di calcio Akragas aveva l’obiettivo di utilizzare lo stadio Esseneto per gli spettacoli artistici, musicali, canori con la possibilità di avere degli utili da impiegare per la squadra. Purtroppo il suo proposito non è stato minimamente dibattuto né dal Parco e tantomeno dal Comune. I turisti continueranno a lamentarsi, le macchine in sosta creeranno  seri problemi alla circolazione. La politica apparentemente è assente ma interessata come il detto gattopardismo” cambiare tutto per non cambiare niente” mentre il grande “teatro di pietra” dell’Addolorata viene lasciato al suo triste destino”.

E’ davvero strano che nessun privato abbia concorso al bando per l’assegnazione dell’ex-carcere mandamentale San Vito…

“Il privato agrigentino non muove una foglia se non vede la contropartita nel senso di ottenere il giusto compenso. In poche parole vuole guadagnare senza sborsare alcuna somma. Vogliono in comodato d’uso l’immobile con un finanziamento a fondo perduto da parte dello Stato. È la stessa cosa per il Parco dell’Addolorata. Nessuno vuole investire. Eppure è una struttura ubicata nel centro della città che può svolgere un compito strategico sul piano turistico culturale. Un edificio che offre tante possibilità con una vasta gamma di servizi a partire dalla ricettività  e dalla ristorazione. Alla fine potrebbe essere l’Università di Palermo ad avanzare una proposta indirizzata a fare dell’ex carcere una facoltà dell’Ateneo”.

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