Al “Pirandello” tutti in piedi per gli applausi al “Vedovo allegro” di Carlo Buccirosso (gallery)
I dialoghi della commedia sono qui esemplari ed esprimono tutta la volontà disperata e aggressiva dei protagonisti, mai violenta anzi malinconicamente comica.
Favolosi questi napoletani e favoloso Carlo Buccirosso autore, interprete e regista di “Il vedovo allegro” in scena l’altra sera al Teatro Pirandello. Fosse stato ancora tra noi Raffaele La Capria con la sua ironia (ammantata di sciovinismo al contrario) avrebbe detto ”Ma che noia questa Napoli usata come categoria dello spirito”. Eh si perché questa quindicesima (o sedicesima?) commedia di Carlo Buccirosso ci conferma come dopo Eduardo e Ruccello non mancano gli eredi della grande tradizione teatrale e, diciamolo pure “orgogliosamente meridionale” proprio nel giorno in cui (23 gennaio 2024) il Senato italiano approva “l’autonomia differenziata” che spacca ulteriormente l’Italia.
E sotto questo aspetto ci sembra sia stato profetico Buccirosso nel portare questa sua commedia esclusivamente nei teatri del Sud. Infatti a scorrere le date della sua tournée, “Il vedovo allegro” ha debuttato a Napoli nel novembre del 2023 e poi tutta una sequela di teatri meridionali con la eccezione di qualche settimana a Roma (sala Umberto) in periodo natalizio per chiudere il 28 aprile 2024 a Foggia. Non è un caso se per quanto riguarda l’autonomia teatrale Buccirosso ci conferma e ci rassicura che la forbice nord-sud non ci tange più di tanto e a rimanere diseredati semmai saranno gli… statisti padani e il loro seguito.
Intanto, non dimentichiamo gli altri attori della commedia che rappresentano un unicum affiatatissimo a iniziare da Elvira Zingone, una Angelina che con il suo valzer finale imprime un tocco salvifico alla vicenda di Cosimo Cannavacciuolo e company complice una regia che mette al punto giusto gesti e parole che di volta in volta persuadono, fanno sorridere, rattristano, balbettano un imbarazzo che diventa la logica ragione della storia (l’inseminazione eterologa o artificiale) e alla quale tutti finiscono con l’aggrapparsi ostinatamente e, soprattutto, il protagonista Cosimo, individuato come “donatore” che sarà costretto a valicare i suoi condizionamenti etici per salvare la coppia desiderosa di un figlio e al contempo la propria bottega artigiana in procinto di fallire. I dialoghi della commedia sono qui esemplari ed esprimono tutta la volontà disperata e aggressiva dei protagonisti, mai violenta anzi malinconicamente comica. Ed è questa la cifra molto eduardiana che Buccirosso ci trasmette e che diventa poi la ragione della sua presa sul pubblico e della sua inconfondibile validità estetica. Tutti da antologizzare gli attori oltre a Carlo Buccirosso, l’Angelina di Elvira Zingone, Gino Monteleone, Donatella De Felice, l’incomparabile Davide Marotta mascotte dello spettacolo e se non andiamo errati Matteo Tugnoli il medico. Scene di Gilda Terullo e Renato Lori che non sono nominati nella “povera” brochure di sala insieme a Zaira De Vincentiis per i costumi, le musiche di Cosimo Lombardi e le luci di Luigi Della Monica.
Foto di Diego Romeo