santo stefano quisquina

Decolla dal Teatro Andromeda il Festival lirico dei teatri di pietra

Suggestivo esordio a Santo Stefano Quisquina

Pubblicato 9 mesi fa

Ha preso avvio nell’incanto del Teatro Andromeda di Santo Stefano Quisquina l’edizione 2023 del Festival lirico dei teatri di pietra, con una serata indimenticabile che rimarrà impressa nella memoria dei fortunati presenti. Il suggestivo Teatro a cielo aperto è opera del “pastore delle stelle”, Lorenzo Reina, e si presenta come un magico connubio tra architettura e paesaggio, con una cavea composta da 108 pietre-stellari, richiamanti la costellazione di Andromeda, ripartite secondo una griglia composita. Questo luogo suggestivo accumula una speciale energia cosmica che si sprigiona su chi si siede per osservare Natura, Genio e Storia con una particolare attenzione rivolta ad elementi, sia naturali sia architettonici, materializzati dalla forza umana. Sono state le immortali melodie di Ennio Morricone a inondare di bellezza la cavea del Teatro che è in sé fusione tra cielo e terra, nella nuova e inedita opera realizzata dal valente compositore e pianista siciliano Corrado Neri, che ha creato una interessante versione dei capolavori di Morricone proprio su commissione del Festival Lirico dei Teatri di Pietra. Il programma ha visto interpretate in maniera molto suggestiva le colonne sonore di alcuni film simbolo della storia del cinema, nell’innovativo format orchestrale e vocale, come Nuovo Cinema Paradiso, Malèna, La leggenda del pianista sull’oceano, Per un pugno di dollari, Mission, C’era una volta il west, Giù la testa, C’era una volta in America: un evento nell’evento, un sogno nel sogno.

La seconda parte del concerto è stata incentrata sul lato “pop” del compositore romano, che – non tutti lo sanno – ha composto anche canzoni molto famose come “Se telefonando” e arrangiato brani come “Il Mondo”, “Che cosa c’è”, “Amapola”, magnificamente interpretati dal quintetto d’archi e dal quintetto di voci, con la versatile voce solista del tenore Alberto Munafò Siragusa. La direzione è stata affidata all’abile bacchetta di Francesco Costa, che ha saputo trarre dai 10 artisti in scena una intensità non comune, con cambi di registro, dinamica e agogica che hanno incantato il folto uditorio intervenuto. La serata è stata anche arricchita anche dagli apprezzati interventi solistici delle sonorità ancestrali del flauto di pan della musicista rumena Mariana Preda.

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