Sarà che l’ingresso a Villa Aurea era facilitato dal posteggio dietro il Posto di ristoro, sarà magari che il fascino del cinema vintage è ancora forte, il primo lunedì dedicato ai film tratti dalle opere pirandelliane ha registrato il classico sold out.  

Si tratta di una breve rassegna cinematografica dal titolo “Lunedì pirandelliani”, a cura di Beniamino Biondi, con tre appuntamenti che vogliono essere un omaggio allo scrittore, e un modo per verificare come il cinema abbia trattato l’opera di Pirandello trasferendo le novelle al piccolo schermo, con risultati di sicuro rilievo.

Sullo schermo di questo primo lunedì un celebre film risalente al 1954 “Questa è la vita” girato a quattro mani da Pastina, Soldati, Zampa e Aldo Fabrizi che dirige se stesso nell’episodio “Marsina stretta”.

Film che si è fatto apprezzare per la capacità attoriale di un Totò nel ruolo di Chiarchiaro, di Turi  Pandolfini nel ruolo di Zi Dima, di una giovanissima Miriam Bru ne “Il ventaglino”, tutti al servizio di una sceneggiatura che è firmata da nomi illustri come Giorgio Bassani, Vitaliano Brancati.

Una sorpresa rivedere coppie allora  sconosciute che poi balzeranno in primo piano sullo schermo e sulla scena della vita come Domenico Modugno e Franca Gandolfi in “La Giara”, Lucia Bosè e Walter Chiari in “Marsina stretta”.  

Una iniziativa quindi che prosegue nella celebrazione di Luigi Pirandello con una formula che ne indaga l’impatto culturale e le influenze artistiche su arti diverse dalla drammaturgia e dalla prosa.  Prossimo appuntamento un film tutto americano, “Come prima meglio di prima” tratto dall’omonima commedia di Luigi Pirandello e diretta dalla due registi Hopper e Douglas Sirk.

Una doppia regia che sta anche a significare, in termini di produzione hollywoodiana, il travagliato iter di un film e di una trama pirandelliana di solito molto manipolati dai tycoon del botteghino.

Nel cast George Sanders reduce dalla notorietà di avere interpretato, due anni prima, insieme a Ingrid Bergman il celebre “Viaggio in Italia” di Roberto Rossellini, non bene accolto in Italia ma che poi in Francia diventerà il film cult della “nouvelle vague”.