Rifiuti, la Ecoface smentisce: “le ditte Iseda, Sea Ecoin hanno diffuso false notizie”
Nei giorni scorsi le ditte Isea, Sea ed Ecoin avevano fatto sapere, tramite nota stampa, che i mezzi non erano riusciti a scaricare i rifiuti a causa della chiusura dell’impianto Ecoface di Ravanusa. La stessa ditta Ecoface, smentisce tutto, e lo fa attraverso una nota dell’avvocato, Giuseppe La Rocca, rappresentante legale della ditta. “In data 29 ottobre la piattaforma Ecoface Industry srl con sede operativa […]
Nei giorni scorsi le ditte Isea, Sea ed Ecoin avevano fatto sapere, tramite nota stampa, che i mezzi non erano riusciti a scaricare i rifiuti a causa della chiusura dell’impianto Ecoface di Ravanusa.
La stessa ditta Ecoface, smentisce tutto, e lo fa attraverso una nota
dell’avvocato, Giuseppe La Rocca, rappresentante legale della ditta.
“In data 29 ottobre la piattaforma Ecoface Industry srl con sede operativa in zona Asi di Ravanusa, ha lavorato normalmente. Lo stesso giorno, nell’impianto sono entrati regolarmente dodici compattatori che hanno scaricato: 6,220 tonnellate di carte, 4,230 tonnellate di vetro, 29,180 tonnellate di plastica e metalli. In particolarità la società Sea ha scaricato 11, 680 tonnellate di materiale, la società Iseda ha scaricato 16, 870 tonnellate di materiale, di questi 11, 660, per conto del Comune di Agrigento. Il tempo medio occorrente per lo scarico dei compattatori è stato di 10 minuti. Tutto quello affermato nell’articolo risulta falso, tendenzioso e diffamatorio perché non corrisponde alla verità dei fatti e mira semplicemente a mettere sotto cattiva luca la Ecoface nei confronti dell’Amministrazione comunale di Agrigento, scrive l’avvocato La Rocca. L’intervento del sindaco Firetto chiesto dalle impresa è da noi auspicato al fine di stabilire definitivamente e con chiarezza eventualità responsabilità su disservizi eventualmente lamentati dai cittadina. La leggerezza con cui il raggruppamento di imprese: Iseda, Seap e Sea, diffondono notizie false ed allarmistiche sul nostro lavoro, induce la scrivente a ritenere che dietro a dette palesi falsità, vi sia forse, si ribadisce forse, l’intento di indirizzare il Comune verso altre piattaforme, stranamente in procedenza è già successo che altri comuni immotivatamente ed in vigenza di convenzione hanno scelto altre piattaforme non autorizzate a ricevere materiali misti integrando il reato di cui all’articolo 256 del DLGS 152/2006, smaltimento illecito di rifiuti. Lo scrivente al fine di tutelare la propria immagine non lascerà passare impunemente alcune infamante accusa che sarà addebitata difendendosi nelle opportune sedi”, ha concluso il legale della ditta Ecoface.