Agrigento

Un incunabolo del 1478 in mostra alla Biblioteca Lucchesiana di Agrigento

La tutela e la valorizzazione dei tesori della lucchesiana è stato il tema di un convegno che si è svolto  ad Agrigento  con la partecipazione delle maggiori cariche istituzionali e degli addetti ai beni culturali. Erano presenti il col. Giovanni Pellegrino comandante i carabinieri di Agrigento insieme al luogotenente Angelo Busciglio del Nucleo tutela patrimonio […]

Pubblicato 5 anni fa

La tutela e la valorizzazione dei
tesori della lucchesiana è stato il tema di un convegno che si è svolto  ad Agrigento 
con la partecipazione delle maggiori cariche istituzionali e degli
addetti ai beni culturali.

Erano presenti il col. Giovanni
Pellegrino comandante i carabinieri di Agrigento insieme al luogotenente Angelo
Busciglio del Nucleo tutela patrimonio culturale; don Giuseppe Pontillo
direttore dei Beni culturali diocesani, Armida De Miro responsabile biblioteca
Museo Luigi Pirandello, Rossana Florio dirigente archivio di Stato di Agrigento,
Marco Palma docente di Paleografia all’Università di Cassino che ha presentato
il progetto di catalogazione degli incunaboli di Agrigento.

“Un convegno – ci dice don Angelo Chillura direttore della
Lucchesiana – che si inserisce nel
percorso della Biblioteca sempre attiva nel territorio”.

Durante il convegno erano esposti
alcuni dei manoscritti restituiti dall’Archivio di Stato di Agrigento e rari
incunaboli posseduti dalla Lucchesiana, tra cui l’unico esemplare conosciuto
della Protesta dei Messinesi (Messina, Heinrich Alding, 1478).

Un incunabolo – ci precisa il
prof. Palma – che è “la traduzione della
orazione che gli ambasciatori messinesi presentarono al Vicerè di Catania nel
1478 per protestare contro il declassamento della città e soprattutto per
evitare di essere gravati di tasse dal governo aragonese. Una sorta di difesa
del prestigio della città declassata rispetto a Palermo”.

Tutto sommato – rassicura  il prof. Palma – una protesta civilissima
senza moti di piazza e di violenze.

Un discorso ancora più
rassicurante ci comunica don Angelo Chillura che si compiace per il ritorno di
16 manoscritti prima in deposito presso l’Archivio di Stato per diversi decenni
circa. Oggi finalmente dopo la microfilmatura si approda alla catalogazione con
scheda completa del testo e che rappresenta un prezioso aiuto in caso di
trafugazione. La presenza di un rappresentante del Nucleo Carabinieri  in difesa del patrimonio culturale è stata
infatti  rassicurante per il futuro della
tutela di questi beni.

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