Giudiziaria

Mafia, processo Montagna: discusse altre cinque posizioni

Continuano le arringhe difensive nell’ambito del processo, che si celebra con rito abbreviato davanti al Gup del Tribunale di Palermo Marco Gaeta, scaturito dalla maxi operazione antimafia dei carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento denominata “Montagna”. Discusse le posizioni di alcuni favaresi coinvolti nel blitz: si tratta di Stefano e Vincenzo Valenti, padre e figlio, […]

Pubblicato 5 anni fa

Continuano le arringhe difensive nell’ambito del processo, che si celebra con rito abbreviato davanti al Gup del Tribunale di Palermo Marco Gaeta, scaturito dalla maxi operazione antimafia dei carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento denominata “Montagna”.

Discusse le posizioni di alcuni favaresi coinvolti nel blitz: si tratta di Stefano e Vincenzo Valenti, padre e figlio, difesi dall’avvocato Bonsignore; di Calogero Quaranta, figlio del collaboratore di giustizia Giuseppe, difeso dall’avvocato Milazzo; di Calogero Maglio, 51 anni di Favara, difeso dall’avvocato Tanja Castronovo e di Angelo Giambrone, figlio del deceduto Calogerino, difeso dall’avvocato Teresa Nascè.

La posizione più “complessa” è quella di Stefano Valenti,  per il quale l’accusa ha chiesto 20 anni di carcere per il reato di associazione mafiosa con ruoli apicali all’interno della famiglia di Favara: secondo la difesa, che ne ha chiesto invece l’assoluzione, nessun elemento di novità investigativa e rilevanza penale sono emersi dopo la condanna a 4 anni che lo stesso ha riportato nel processo “Akragas” e dopo l’assoluzione nell’ambito del processo “Fauci”. Contestati anche alcuni incontri con altri esponenti della cosca di Sciacca e, in particolare, con Salvatore Di Gangi. Rapporti che per la difesa sono da considerare esclusivamente lavorativi e professionali. 

Per oltre un’ora ha discusso l’avvocato Tanja Castronovo, insieme all’avvocato Giovanni Castronovo, nell’interesse di Calogero Maglio, 51 anni operaio di Favara, per cui la Procura Distrettuale ha avanzato una richiesta di condanna a 12 anni: la difesa ha evidenziato come anche il collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta non indichi l’operaio favarese organico a Cosa Nostra ma un soggetto che operava per tornaconto personale. Di parere diametralmente opposto è invece il pensiero degli inquirenti della Dda di Palermo. 

La difesa di Angelo Giambrone, figlio di Calogerino ritenuto capo mafia di Cammarata e deceduto in carcere, ha chiesto l’assoluzione in quanto tutte le confidenze rivoltegli dal padre debbano essere ritenute quali conseguenza del rapporto tra padre e figlio e non tra associati.

Gli avvocati Giovanni e Tanja Castronovo

Gli imputati sono Adolfo Albanese, 71 anni, residente a Caltavuturo; Giuseppe Blando, 54 anni, di Favara; Vincenzo Cipolla, 56 anni, di San Biagio Platani; Domenico Antonio Cordaro, 53 anni, di San Cataldo; Franco D’Ugo, 53 anni, di Palazzo Adriano; Giacomo Di Dio, 50 anni, di Capizzi (Messina); Santo Di Dio, 50 anni, di Capizzi; Salvatore Filippo Giacomo Di Gangi, 74 anni, di Sciacca; Angelo Di Giovanni, 46 anni, di Favara; Stefano Di Maria, 25 anni, di Favara; Vincenzo Dolce, 52 anni, di Cerda; Francesco Maria Antonio Drago, 51 anni, di Siculiana; Pasquale Fanara, 59 anni, di Favara; Daniele Fragapane, 33 anni, di Santa Elisabetta; Francesco Fragapane, 38 anni, di Santa Elisabetta; Raffaele Fragapane, 41 anni, di Santa Elisabetta; Giovanni Gattuso, 62 anni, di Castronovo di Sicilia; Alessandro Geraci, 32 anni, di Petralia Sottana; Angelo Giambrone, 36 anni, di Santo Stefano Quisquina; Calogerino Giambrone, 52 anni, di Cammarata (deceduto); Francesco Giordano, 50 anni, di Niscemi; Salvatore La Greca, 75 anni, di Cammarata; Viviana La Mendola, 40 anni, di San Giovanni Gemini; Raffaele La Rosa, 59 anni, di San Biagio Platani; Roberto Lampasona, 40 anni, di Santa Elisabetta; Antonio Licata (detto Sandro), 27 anni, di Favara; Calogero Limblici, 60 anni, di Favara; Calogero Maglio, 51 anni, di Favara; Vincenzo Mangiapane, 47 anni, di Cammarata; Vincenzo Mangiapane, 64 anni, di Cammarata; Vincenzo Mangiapane, 63 anni, di Cammarata; Domenico Maniscalco, 53 anni, di Sciacca; Giovanni Antonio Maranto, 54 anni, di Polizzi Generosa; Pietro Paolo Masaracchia, 68 anni, di Palazzo Adriano; Giuseppe Nugara, 53 anni, di San Biagio Platani; Salvatore Pellitteri, 42 anni, di Chiusa Sclafani; Vincenzo Pellitteri, 66 anni, di Chiusa Sclafani; Luigi Pullara, 54 anni, di Favara; Salvatore Puma, 41 anni, di Racalmuto; il collaboratore di giustizia Giuseppe Quaranta, 50 anni, di Favara; Calogero Quaranta, 26 anni, di Favara; Pietro Stefano Reina, 67 anni, di San Giovanni Gemini; Calogero Sedita, 35 anni, di Santo Stefano Quisquina; Giuseppe Luciano Spoto, 79 anni, di Bivona; Massimo Spoto, 40 anni, di Bivona; Vincenzo Spoto, 42 anni, di Bivona; Nazarena Traina, 48 anni, residente a Cammarata; Gerlando Valenti, 46 anni, di Favara; Stefano Valenti, 52 anni, di Favara; Vincenzo Valenti, 50 anni, di Favara; Giuseppe Vella, 38 anni, di Favara; Salvatore Vitello, 43 anni, di Favara; Antonino Vizzì, 54 anni, di Raffadali.

Dei 58 imputati solo in sei hanno scelto il rito ordinario e sono l’ex sindaco di San Biagio Platani, Santo Sabella di 54 anni; Domenico Lombardo, 26 anni di Favara, Salvatore Montalbano, 26 anni, di Favara, Calogero Principato, 26 anni, di Agrigento, Giuseppe Scavetto, 49 anni, di Casteltermini; Antonio Scorsone, 53 anni, di Favara.

Si torna in aula l’8 aprile.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *