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Minaccia madre e fratelli: “Vi faccio fuori se non mi date i soldi”: arrestato 46enne

Minacciava la madre ed i fratelli di morte “per soddisfare i propri vizi”. Con l’accusa di stalking ed estorsione la Squadra mobile di Ragusa, guidata dal vicequestore aggiunto Antonino Ciavola, ha arrestato un uomo di 46 anni. “Dipendente dalla cocaina minacciava di morte e di torturare i congiunti asserendo di avere amici napoletani della camorra […]

Pubblicato 6 anni fa

Minacciava
la madre ed i fratelli di morte “per soddisfare i propri vizi”.

Con
l’accusa di stalking ed estorsione la Squadra mobile di Ragusa, guidata dal
vicequestore aggiunto Antonino Ciavola, ha arrestato un uomo di 46 anni.

“Dipendente dalla cocaina minacciava di
morte e di torturare i congiunti asserendo di avere amici napoletani della
camorra che lo avrebbero aiutato a farli fuori se non gli avessero consegnato
il denaro”,
spiegano gli inquirenti.

La
Procura della Repubblica di Ragusa due mesi fa ha delegato la Squadra mobile per
accertare quanto denunciato dai familiari dell’arrestato.

Terrorizzati
dalla impressionante escalation di minacce e richieste estorsive commesse dal
congiunto, le vittime hanno consegnato decine di migliaia di euro. A seguito
delle attività investigative espletate, la Procura della Repubblica ha
richiesto ed ottenuto al Giudice per le indagini preliminari la misura
cautelare in carcere per l’indagato, proprio per la pericolosità e violenza
manifestate dall’uomo. Da più di un anno l’uomo aveva interrotto ogni rapporto
affaristico con i familiari con i quali gestiva un’attività imprenditoriale.

“I rapporti sono stati interrotti di
comune accordo ma l’uomo non accettava in alcun modo le decisioni maturate
insieme pretendendo più soldi di quelli dovuti; questa era solo una scusa per
estorcere del denaro al fine di acquistare droga”,
dicono
gli investigatori.

“La madre ed un fratello, al fine di
aiutarlo, lo foraggiavano spontaneamente fino a quando non hanno compreso che
il denaro servisse per acquistare droga pertanto decidevano di non assecondarlo
più”, spiegano ancora. Non appena i congiunti hanno deciso di non
soddisfare più le richieste, l’indagato ha dato inizio ad un
“comportamento criminale sempre più grave. Prima la persecuzione con
centinaia di messaggi, telefonate ed email, poi le minacce ed insulti di ogni
tipo, alla fine l’escalation criminale è giunta fino al gravissimo reato di
estorsione”.

“L’uomo pretendeva somme di denaro
cospicue altrimenti avrebbe ucciso e torturato tutti, compresa la madre ed i
nipoti, vantandosi di avere amici nel napoletano camorristi. La denuncia
presentata dai familiari con grande fatica è stata l’ultima cosa che avrebbero
voluto fare ma di sicuro la cosa più giusta; forse adesso il loro congiunto
potrà rendersi conto della gravità di quanto fatto e seguendo un percorso
riabilitativo tornare a poter vivere una vita priva da dipendenze”.

La
Polizia di Stato è stata accanto alla famiglia durante le diverse fasi delle
indagini, “al fine di poter
raccogliere quante più fonti di prova a carico dell’indagato che ha dimostrato
una pericolosità sociale inaudita”.

Al
termine delle indagini gli uomini della Squadra mobile di Ragusa hanno
raggiunto il destinatario del provvedimento di cattura in altra regione grazie
alla collaborazione dei colleghi del luogo. L’uomo è stato condotto in carcere
dove resterà fino a quando permarranno le esigenze cautelari. ”La Polizia di Stato ha assicurato alla
giustizia un soggetto diventato criminale a causa della droga. Per colpa della
dipendenza dalla cocaina l’uomo è riuscito a commettere crimini gravissimi ai
danni proprio dei familiari, proprio coloro che avrebbero voluto solo
proteggerlo. Il grande dolore della madre nel denunciare il figlio è stato
gestito dai poliziotti durante il percorso dell’acquisizione delle fonti di
prova. L’anziana signora ha dimostrato non solo coraggio ma un grande amore per
il figlio, tentando in ogni modo di proteggerlo collaborando con la Polizia di
Stato. Adesso l’uomo potrà seguire un percorso riabilitativo per la sua salute
e poi nei confronti della famiglia”
, spiegano dalla Questura di Ragusa.

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