La lingua siciliana sale in cattedra, Camastra ha ospitato la voce dell’identità
Un docente universitario ha esposto la sua relazione in lingua siciliana
La Sicilia ha parlato in siciliano. E non solo per strada, nelle piazze o nei canti popolari. Sabato 19 e domenica 20 luglio, il Comune di Camastra ha ospitato la Festa dell’Identità Siciliana, e lo ha fatto — oltre che con stand e spettacoli in piazza — anche nel cuore del proprio palazzo civico. L’Aula Consiliare è diventata, per due giorni, crocevia di cultura, orgoglio e memoria, con gli interventi di numerosi relatori.
Tra i temi più trattati, la lingua siciliana ha occupato un ruolo centrale. A dare il via, sabato mattina, è stato lo scrittore Max Bancheri, che ha presentato il suo libro appena pubblicato, Haiku-fu: una raccolta di haiku — componimenti brevissimi in tre versi di origine giapponese — da lui scritti in siciliano.
Domenica è stata la volta di Marco Lo Dico, vicepresidente dell’Accademia della Lingua Siciliana, con una relazione dal titolo: “Vulnerabilità della lingua siciliana e necessità di rivitalizzarla”, nel corso della quale ha anche specificato i motivi per cui è importante preservare il siciliano e rivitalizzarne l’uso.
Tra gli interventi più significativi, quello di Alfonso Gambacurta, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Catania, che ha scelto di presentare la sua relazione – dal titolo: “La Sicilia è lu sicilianu: na lingua parrata viva?” – interamente in lingua siciliana.
Una scelta non dettata da vezzo stilistico, ma da una precisa volontà militante: rivendicare il valore scientifico, espressivo e comunicativo della lingua siciliana.
Spesso relegato al ruolo di idioma “affettivo” o folkloristico, il siciliano ha dimostrato di possedere dignità linguistica e forza espressiva tali da entrare di diritto in un contesto pubblico e accademico. L’intervento del professor Gambacurta è stato una prova tangibile di come il patrimonio linguistico dell’Isola possa veicolare non solo emozioni, ma anche concetti complessi e analisi rigorose.
Nel contesto di una manifestazione che celebra le radici siciliane in tutte le loro forme — dalla musica alle arti, dalla storia alla gastronomia — la scelta del docente assume un valore simbolico profondo: l’identità non va solo celebrata, va esercitata.
Nonostante le pressioni di associazioni, poeti, scrittori, artisti e intellettuali, le istituzioni ancora non riconoscono al siciliano uno status ufficiale. In attesa che ciò avvenga, il popolo siciliano sta rivitalizzando la propria lingua dal basso, con numerose pubblicazioni in siciliano e, sempre più spesso, impiegandola anche in ambiti pubblici e persino scientifici.
La due giorni sull’identità siciliana si è conclusa nella serata di ieri a piazza Garibaldi con il concerto “Chista è la me terra”, che ha visto protagonista Sciara, cantautrice in lingua siciliana.