“Nessuna minaccia nel proporre altra sede di lavoro”: ecco perché è stato assolto Moncada
Sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui il giudice del Tribunale di Agrigento Katia La Barbera ha assolto “perchè il fatto non sussiste” l’imprenditore agrigentino Salvatore Moncada dal reato di violenza privata. Secondo l’accusa (che ha comunque chiesto l’assoluzione al termine della requisitoria) Moncada avrebbe imposto il trasferimento in altra sede a tre […]
Sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui il giudice del Tribunale di Agrigento Katia La Barbera ha assolto “perchè il fatto non sussiste” l’imprenditore agrigentino Salvatore Moncada dal reato di violenza privata. Secondo l’accusa (che ha comunque chiesto l’assoluzione al termine della requisitoria) Moncada avrebbe imposto il trasferimento in altra sede a tre dipendenti sotto minaccia di licenziamento.
Tesi questa che è stata smentita dalla sentenza di primo grado emesso dal Tribunale di Agrigento lo scorso settembre al termine di quasi due anni di dibattimento in cui sono comparsi numerosi testi tra cui anche l’attuale sindaco di Agrigento Calogero Firetto.
Scrive il giudice: “L’atteggiamento tenuto da Salvatore Moncada nella circostanza (in riferimento alla riunione in cui sarebbe avvenuto il fatto) non appare integrare il reato in contestazione (violenza privata) non ravvisandosi alcuna minaccia nel proporre una diversa sede di lavoro a causa di un ridimensionamento della società presso la quale i tre lavoratori prestavano la loro attività lavorativa. A ciò si aggiunga – prosegue il giudice – che i lavoratori non riferiscono di alcun timore rispetto a quanto appreso in quella circostanza ma solo la legittima apprensione nel dover cambiare la propria sede lavorativa distante circa 30km dalla precedente (da Porto Empedocle a Campofranco). Di fatto cade ogni accusa nei confronti dell’imprenditore Moncada perché “Non appare alcuna forza intimidatrice specifica, ingiusta ed illecita riferibile all’imputato”.
La vicenda, che risale al 2012, scaturisce dalla denuncia di tre dipendenti che lamentavano di essere stati costretti ad accettare l’assunzione presso un’altra società del gruppo Moncada con conseguente trasferimento nella sede di Campofranco. La difesa dell’imprenditore agrigentino è rappresentata dall’avvocato Marco Giglio. La parte civile dagli avvocati Neri e Calafiore.