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Lavoratori sfruttati nelle campagne agrigentine: chiesti 9 rinvii a giudizio

La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di nove persone coinvolte nell’inchiesta denominata “Ponos” – coordinata in prima battuta dalla Procura di Agrigento con il pm Gloria Andreoli – che avrebbe fatto luce su un giro di sfruttamento nei campi agrigentini di braccianti perlopiù ucraini.  I […]

Pubblicato 4 anni fa

La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di nove persone coinvolte nell’inchiesta denominata “Ponos” – coordinata in prima battuta dalla Procura di Agrigento con il pm Gloria Andreoli – che avrebbe fatto luce su un giro di sfruttamento nei campi agrigentini di braccianti perlopiù ucraini. 

I sostituti procuratori della Dda di Palermo Calogero Ferrara e Ilaria De Somma, che hanno ereditato il fascicolo d’inchiesta nel gennaio scorso, hanno chiesto il rinvio a giudizio per: Vera Cicakova, slovacca, 59 anni e la figlia Veronika, 37 anni, ritenute a capo dell’organizzazione; Rosario Ninfosì, 52 anni, di Palma di Montechiaro; Rosario Burgio, 42 anni, di San Cataldo; Inna Kozak, 26 anni, ucraina, dichiarata irreperibile con decreto del 3 marzo scorso; i romeni Neculai Stan di 62 anni e Vasile Mihu di 43 anni; Emilio Lombardino, 46 anni di Porto Empedocle; Giovanni Gurrisi, 41 anni, di Agrigento.  

Le investigazioni, svolte con numerosissimi servizi di pedinamento e con un complesso sistema di intercettazione e di riprese video, hanno svelato l’esistenza di una complessa organizzazione che sfruttava senza scrupoli manodopera extracomunitaria per lavori agricoli di vario tipo su tutto il territorio agrigentino e anche oltre. Un fenomeno di caporalato, insomma articolato e con una solida struttura verticistica, che vedeva, come capi promotori cd organizzatori, due donne di origine slovacca, madre e figlia.

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